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MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS MASTERCLASS però, di sistemi troppo costosi, inadatti alla distribuzione di contenuti multimediali rivolti ad una fascia allargata di popolazione. Nasce così l’idea di utilizzare una rete di torri (ad esempio, quelle broadcast) per distribuire i contenuti multimediali maggiormente richiesti, agli abbonati LTE, con il DVB-T2 e i FEF (Future Extensions Frames). Le reti LTE-A+ sono predisposte per questa tipologia di configurazione, per gestire la distribuzione di servizi unicast e broadcast. Fra i vantaggi di questa soluzione, anche la compatibilità con gli attuali device LTE (smartphone e tablet), perché non è richiesto un front-end dedicato. Se le previsioni di Cisco per il 2020 dovessero avverarsi, la soluzione TOol+ potrebbe sostenere il consumo mensile di oltre 30 exabytes, facendosi carico della parte video che potrebbe valere il 55/75% del traffico. Ridondanza on Demand, RoD Nei ricevitori televisivi allo stato dell’arte, siano televisori oppure decoder, vi sono sia front-end di tipo broadcasting (terrestre, satellite, cavo) che interfacce per reti broadband (Ethernet, Wi-Fi, ecc. La ricezione dei contenuti televisivi, da tempo, viene effettuata da reti broadcast oppure interfacce broadband. La Ridondanza on Demand è stata pensata per estendere la copertura della rete broadcast terrestri attraverso l’uso della rete broadband. Il principio di funzionamento è il seguente: il ricevitore RoD richiede risorse di ridondanza di vario tipo (anche un singolo pacchetto FEC) quando la rete broadcast non si dimostra sufficiente. La RoD si indirizza soprattutto all’ottimizzazione della ricezione indoor, in aree metropolitane e la convergenza di broadcast e broadband avviene a livello di ‘physical layer’. Questo sistema, retrocompatibile, si avvale di un server RoD che genera i dati ridondanti e di ricevitori RoD compatibili (con capacità di buffering), capaci di interagire con il server. DVB: GLI STANDARD BROADCASTING DVB-C, DVB-C2 trasmissioni cavo DVB-S, DVB-S2, DVB-S2X trasmissioni satellitari (DTH e professionali) DVB-T, DVB-T2, DVB-T2 lite trasmissioni terrestri DVB-CS per installazioni MA (Master Antenna) e SMA (Satellite Master Antenna) DVB-MC trasmissioni a micro-onde inferiori ai 10 GHz DVB-MS trasmissioni a micro-onde superiori ai 10 GHz DVB-MT estensioni delle reti terrestri su banda a micro-onde DVB-NGH trasmissione a device portatili DVB-IPTV trasmissioni su reti IP Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 1 - 2016 25 David Wood, EBU. a sua volta, è suddivisa nei Punti A e B. Ecco un breve riassunto delle prestazioni previste: – DVB UHD-1 Fase 1. Prevede una tipologia di decoder meno performante: risoluzione 2160p con frame rate fino a 60 Hz, Spazio Colore Rec. 709 oppure Rec. 2020 (spazio colore esteso). Pensato per le trasmissioni disponibili a partire dal 2015; – DVB UHD-1 Fase 2, conforme al Punto A. Richiede un decoder più complesso, capace di supportare l’HDR (High Dynamic Range), il campionamento a 10 bit 4:2:0 e un Color Gamut BT 2020. È destinato ai servizi disponibili dal 2017; – DVB UHD-1 Fase 2, conforme al Punto B. Richiede un decoder ancora più complesso. Supporta l’HFR (High Frame Rate) fino a 120Hz. Previsto per i servizi disponibili dal 2019 soltanto se verranno annunciati servizi di questo tipo. I membri DVB non hanno inoltrato ancora richiesta per sistemi con risoluzione 4320p (8K). Nel caso, potrebbe essere simile alla UHD-1 Fase 2 Conforme al Punto B con risoluzione statica supplementare. Le specifiche per la DVB UHD-1 Fase 2 (Punto A e Punto B) dovrebbero essere pronte entro la fine dell’anno e valere sia per broadcaster che broadband (con qualche differenza) e dovrebbero supportare la NGA (Next Generation Audio). Sempre per la Fase 2 (entrambi i punti), il codec adottato sarà MPEG HEVC.


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