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Standard Lo standard di seconda generazione DVB-T2, nato nel 2008, aveva come Per essere flessibile e adattabile alle applicazioni più diverse, il DVB-T2 conteneva già nella sua prima versione anche una serie di configurazioni predisposte alla ricezione portatile e mobile. È stato quindi semplice definire un nuovo profilo, che ritaglia tra i parametri di configurazione del DVB-T2 quelli propri della ricezione mobile, con l’obiettivo di ridurre la complessità dei ricevitori dedicati. Il DVB-T2 Anche il DVB-T2, come il DVB-T, è basato sulla tecnica di modulazione multi portante OFDM (Ortogonal Frequency Division Multiplexing) con intervallo di guardia, che garantisce elevate prestazioni sui canali terrestri, caratterizzati da propagazione affetta da echi dovuti alle costruzioni e agli ostacoli naturali dell’ambiente. Per offrire una scelta più flessibile nella configurazione del sistema rispetto alle caratteristiche della rete di trasmissione e per garantire un’efficienza trasmissiva significativamente più elevata rispetto al DVB-T, il DVB-T2 estende le possibili dimensioni di FFT rispetto al DVB-T, da 1K a 32K punti e, congiuntamente, incrementa i possibili valori degli intervalli di guardia, da 1/128 a 1/4, a seconda della configurazione FFT. Tutto questo con l’obiettivo di migliorare le prestazioni su reti SFN (Single Frequency Network). La codifica di canale viene migliorata grazie all’adozione della tecnica di suddivisione dei dati in trame di banda base (baseband frame) e la codifica di canale (FEC, Forward Error Correction) già adottate dal DVB-S2, basate sull’utilizzo di codici 6 TV DIGITALE DVB-T2 Lite: il nuovo profilo ‘leggero’ per la TV mobile obiettivo principale la ricezione fissa di televisione ad alta definizione. Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 1 - 2015 LDPC (Low Density Parity Check) e BCH (Bose, Ray- Chauduri, Hocquenghem), consente una riduzione di circa 2 dB del rapporto segnale/ rumore richiesto per ricezione QEF (Quasi Error Free). Così come per il DVB-S2, sono previsti due formati del blocco FEC (FECFrame): 64800 bit (blocco normale) e 16200 bit (blocco corto). Il guadagno offerto dal codice viene utilizzato per aggiungere alle costellazioni già adottate dal DVB-T, 4-, 16-, 64-QAM (Quadrature Amplitude Modulation), la 256-QAM, incrementando la capacità trasmissiva del sistema. Si prevede anche la tecnica di rotazione delle costellazioni, per consentire di migliorare ulteriormente le prestazioni del sistema in canali terrestri particolarmente critici. Per fronteggiare meglio i diversi tipi di degradamento del segnale sul canale terrestre, il DVB-T2 introduce quattro livelli di interlacciamento dell’informazione (Bit, Cella, Tempo e Frequenza). L’interleaving temporale garantisce la possibilità di interlacciare almeno 70 ms per i servizi a rate più elevati, con l’opzione di poter estendere tale valore senza necessità di incrementare la memoria del ricevitore. Ciò consente di ottenere una maggiore immunità a disturbi di tipo impulsivo e può consentire una migliore ricezione in condizioni di mobilità a velocità elevate. Per proteggere in modo differenziato servizi diversi trasportati da un unico canale fisico, si inserisce il concetto di Physical Layer Pipes (PLPs), canali logici che adottano FEC e Interleaving indipendenti: così si adattano le caratteristiche di robustezza della codifica ai requisiti del particolare servizio convogliato. Inoltre, tutto questo permette il ‘Time slicing’, ossia la suddivisione del tempo in brani da associare ai diversi servizi: ciò genera un risparmio energetico nel ricevitore, che può rimanere acceso solo negli intervalli temporali in cui è presente il servizio di interesse. Figura 1. Coesistenza di trame fisiche T2 e trame fisiche FEF nel DVB-T2. Figura 2. Introduzione delle trame fisiche T2-Lite come FEF del T2-Base.


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