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Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 1 - 2016 85 stata costruita una pista ciclabile dedicata) e standard economici molto vantaggiosi per le famiglie del futuro. Anche l’impianto di ricezione TV/SAT è in Classe A, secondo la Guida CEI 100-7 variante 2. Il Cascina Merlata Social Village è composto da 7 torri per un totale di 397 appartamenti, di cui 164 in vendita, distribuiti in tre torri. Le tipologie vanno dal monolocale al quadrilocale, di cui 1 monolocale, 24 bilocali, 122 trilocali, 17 quadrilocali. L’impianto TV, in comune per tutti L’installazione dell’impianto di ricezione televisiva è stata eseguita da Sante Campanella di Globalcom e Gianluca Greco di Allsystems, secondo un progetto realizzato da Fracarro Radioindustrie. «I sette edifici che compongono il complesso Cascina Merlata condividono un’unica parte aerea – ci spiega Sante Campanella – posizionata sul tetto dell’edificio più alto, da 22 piani. Gli altri 6 palazzi sono da 14, 11 e 10 piani. Il progetto dell’impianto di ricezione e distribuzione dei segnali televisivi, terrestri e satellitari, è stato sviluppato per servire anche le future costruzioni che si aggiungeranno a quelle esistenti. Il progetto Cascina Merlata, infatti, prevede due nuovi palazzi da 24 e 18 piani: per la loro altezza e la posizione metteranno in ombra le antenne che ora sono installate al 22° piano dell’edificio 1; quindi, in futuro, bisognerà spostarle su uno dei due nuovi edifici». Tempi molto stretti «Tutto il lavoro è stato realizzato in tempi molto ristretti – interviene Gianluca Greco di AllSystems. Le scadenze erano legate all’apertura di EXPO Milano 2015 perché Cascina Merlata è stata utilizzata come villaggio a disposizione di tutti gli operatori professionali che per un anno ci hanno abitato. Abbiamo dovuto organizzare il lavoro tenendo ben presente che avremmo dovuto convivere fianco a fianco con le altre società che operavano nel cantiere. Il lavoro è stato completato in soli due mesi, un’esperienza faticosa ma molto gratificante. Se sommiamo i piani che compongono i vari palazzi arriviamo a circa cento: conti alla mano, la nostra tabella di marcia prevedeva di realizzare un piano e mezzo al giorno». Prosegue Gianluca Greco: «La situazione è stata resa ancora meno agevole perché non era disponibile alcun mezzo di movimentazione, quindi niente ascensori o montacarichi; i materiali dovevano essere trasportati a piedi: vi lascio immaginare con quale scrupolo abbiamo organizzato la logistica, tenendo conto ogni più piccolo particolare per non correre il rischio di far numerosi piani a piedi invano». «Inoltre – spiega Sante Campanella – ci trovavamo a lavorare nei nostri cavedi tecnici, nei corridoi e nei pianerottoli con gli elettricisti che non avevano ancora completato la realizzazione dell’impianto elettrico; ad esempio: per mettere in funzione la centrale, per eseguire le tarature e i vari test non avevamo a disposizione l’energia elettrica; quella del cantiere non si poteva sempre usare e ad una certa ora veniva tolta, mancava anche l’illuminazione. I livelli di sicurezza del cantiere erano molto elevati, per cui le procedure dovevano essere rispettate con il massimo rigore». La centrale di splitting dei segnali ottici, posizionata al piano -1 dell’edificio principale.


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