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Case History musiche e da suggestioni creative, sono stati affiancati da una tecnologia tanto raffinata quanto capace di farsi trasparente. Il tutto guidato da una sapiente regia tecnologia, in grado di dare vita al plot dell’installazione ed di inserirsi nella catena di produzione ICT basata su Blender e su un ambiente di lavoro collaborativo interdisciplinare e filologico, propri del laboratorio Visit (Visual Information Technology) di Cineca». La sala del Museo della Storia di Bologna vista nel suo insieme durante il mapping. Sono 13 i videoproiettori che, combinati, generano immagini in alta risoluzione a copertura di una superficie totale di 360 mq. 68 Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 4 - 2014 I requisiti dell’installazione «L’operazione dedicata al Sarcofago degli Sposi – sottolinea Antonella Guidazzoli – mira a raggiungere un pubblico internazionale ampio e di tutte le età. In prospettiva, questa installazione darà modo di valutare il coinvolgimento emozionale dei visitatori, a partire da registrazioni secondo protocolli già standardizzati, fino ai nuovi approcci delle neuroscienze. Inoltre, la ricchezza del dataset digitale consentirà lo sviluppo di ulteriori applicazioni crossmediali e nuove installazioni che prevedano l’interazione da parte dei visitatori». Ma caliamoci nel cuore dell’installazione e cerchiamo di capire, insieme a Gabriele Magagna di Acuson, quali sono gli aspetti tecnologici predominanti messi in pista all’interno del Museo della Storia di Bologna. Le esigenze principali erano: 1) Realizzare una visualizzazione 3D in scala reale; 2) Limitare le barriere tecnologiche tra opera e visitatori; 3) Coinvolgere tutto lo spazio espositivo della Sala della Cultura nel contesto narrativo; 4) Rendere l’installazione trasportabile, replicabile e adattabile ad ulteriori spazi espositivi. 10 proiettori full laser laterali e due server da 6 canali Si è optato per una soluzione integrata di 3D video mapping architetturale combinato con un sistema olografico. L’effetto 3D che ne è derivato, all’interno di questo ambiente, è molto suggestivo, e si rifà agli oltre 400 frammenti trovati che, ricomposti, danno vita al Sarcofago degli Sposi. Un’esperienza suggestiva vissuta dagli utenti, che improvvisamente si ritrovano nel bel mezzo dell’esplosione di centinaia di microframmenti una volta entrati in questa stanza. «Non essendo ancora mature le tecnologie auto-stereoscopiche, l’installazione è resa possibile grazie ad una piramide olografica a tre lati e su un sistema di proiezioni video in 3D mapping, a copertura di una superficie totale di 360 mq. Un effetto reso possibile dai proiettori Panasonic installati uno di fianco all’altro che insieme generano 2000 pixel in altezza e 8000 in larghezza, dando vita ad un grande mapping che si spinge fino a 12 metri di altezza – ci racconta Gabriele Magagna. Il tutto possibile grazie ad un grande calcolo unico, suddiviso per ogni singola unità e gestito da


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