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Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 4 - 2014 25 oggi, per legge risulta fondamentale in cantiere. Spesso, trasportato da un “passaparola” fuorviante o ascoltato il parere di qualche collega (datore di lavoro di altra impresa), si convince che non ce ne sia bisogno. Addirittura può capitare che ascoltando l’esperienza di qualcuno, al quale gli “Ispettori di lavoro” sul cantiere avrebbero detto: “In questo caso non serve il POS”, si convinca che in alcuni casi specifici ci si possa sollevare da questo obbligo. Assolutamente no! La legge parla molto chiaro: il Piano Operativo di Sicurezza è un preciso obbligo del datore di lavoro. Quando? Praticamente sempre. Questo documento, quindi, deve essere sempre presente in cantiere, indipendentemente dalla durata del lavoro, dalla semplicità delle lavorazioni, da quante imprese siano presenti nel cantiere, che sia stato o meno nominato il coordinatore della sicurezza. Chi deve redigere il POS? Il Piano Operativo di Sicurezza è a carico di tutti i datori di lavoro, di qualsiasi impresa, grande o piccola che sia, anche a conduzione familiare, che abbia a carico anche un solo dipendente. Gli unici esonerati dalla compilazione dello stesso sono esclusivamente i lavoratori autonomi. Ma come va fatto? Quale è la forma più corretta per redigere questo documento? Di seguito, proponiamo alcune linee guida sulla redazione del POS, in conformità a quanto previsto dalla normativa, senza avere la pretesa di essere esaustivi. Semplicità e concretezza di informazioni Riportiamo innanzitutto una regola fondamentale: una delle cose più importanti, prima di tutto, riguarda la semplicità e la chiarezza. Non bisogna illudersi che la bontà di un documento del genere sia valutata dallo spessore dei fogli compilati. Anzi, il più delle volte i documenti cosiddetti “mallopponi”, sono carichi di scrittura ma con scarso contenuto e risultano controproducenti per lo scopo stesso. In prima battuta, un POS deve contenere la valutazione dei rischi relativi all’attività che si andrà a svolgere, alla scelta delle attrezzature di lavoro e alle sostanze o ai preparati chimici impiegati, nonché alla sistemazione dei luoghi di lavoro. Insomma, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Tutte queste valutazioni vanno considerate e riportate nel documento, unitamente alle misure previste per ridurre o eliminare il rischio stesso attraverso i cosiddetti DPI (Dispositivi di Protezione Individuale). Contenuti minimi del POS Vediamo, pertanto, quali sono i contenuti minimi da inserire nel piano operativo di sicurezza: 1. I dati identificativi dell’impresa esecutrice, che comprendono: – il nominativo del datore di lavoro, gli indirizzi ed i riferimenti telefonici della sede legale e degli uffici di cantiere; – la specifica attività e le singole lavorazioni svolte in cantiere dall’impresa esecutrice e dai lavoratori autonomi subaffidatari; – i nominativi degli addetti al pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori e, comunque, alla gestione delle emergenze in cantiere, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, aziendale o territoriale, ove eletto o designato; – il nominativo del medico competente ove previsto; – il nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione; – i nominativi del direttore tecnico di cantiere e del capocantiere; – il numero e le relative qualifiche dei lavoratori dipendenti dell’impresa esecutrice e dei lavoratori autonomi operanti in cantiere per conto della stessa impresa; Qualunque sia il cantiere di lavoro, necessita sempre di un Piano di Sicurezza Operativo che ne accompagni il lavoro degli operatori.


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