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Un ettaro di verde Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra) è il progettista dei due edifici di Bosco Verticale. Per il progetto del verde di Bosco Verticale, Boeri Studio ha collaborato con lo studio Emanuela Borio e Laura Gatti. Bosco Verticale rappresenta una realizzazione urbana particolarmente innovativa perché porta al centro di una grande metropoli una presenza boschiva equivalente a un ettaro di forestazione; un elemento importante che contribuisce alla produzione d’ossigeno, le foglie deli alberi assorbono le polveri sottili generate dal traffico, e poi schermano: in qualche modo riducono l’escursione termica fra interno ed esterno. Il complesso è composto da due torri residenziali di 80 e 112 m di altezza (27 e 19 piani, 113 residenze totali) in grado di ospitare 800 piante di medio e grande sviluppo fra i 3 e 9 metri di altezza, 5 mila arbusti e più di 12 mila piante perenni presenti in facciata a comporre un sistema di verde che cambia e si modifica a seconda delle stagioni e a seconda della facciata in cui in verde è disposto. Il sistema di verde cambia e si modifica a seconda delle stagioni e a seconda della facciata in cui in verde è disposto. Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 1 - 2015 89 L’impianto di ricezione TV «Il lavoro nel suo complesso è stato progettato da Fracarro e realizzato da Globalcom Srl di Sante Campanella e da AllSystems di Gianluca Greco – commenta Andrea Verri, funzionario di vendita Fracarro area nord-ovest. L’intero complesso - prosegue Andrea – non prevede servizi condivisi: quindi ciascun edificio è dotato di impianti autonomi. Inizialmente, anche l’impianto di ricezione TV era stato progettato per essere indipendente e separato in ogni edificio. Però, quando il lavoro è stato assegnato ci si è resi subito conto che quella soluzione non era praticabile. Quindi, per la sola ricezione e distribuzione dei segnali RF (TV e SAT), è stato necessario realizzare un impianto unico complessivo, in grado di garantire il servizio a tutte le utenze dei vari blocchi. Tale necessità è determinata sia dalla disposizione geografica di alcuni edifici sia dalla struttura tecnica di altri». Nel progettare l’impianto si è così partiti dall’unico vincolo presente, ossia dal posizionamento dei cavedi tecnici, punto di arrivo comuni di tutti gli impianti tecnologici. Una dorsale verticale per ogni edificio, che si estende dall’ultimo piano al piano -1. Ad ogni piano è presente una derivazione: il segnale viene amplificato quanto occorre per servire le prese degli appartamenti, senza limitazione nel numero. La dorsale orizzontale, invece, al piano -1 collega le dorsali verticali di tutti gli edifici. La configurazione rispecchia quella classica adottata a livello internazionale, dove le stazioni di testa sono presenti nei piani sotterranei anziché nel sottotetto. Inoltre, ad ogni piano sopra la canala passacavi è stata posizionata una scatola stagna che contiene tutti gli apparati: si tratta di un aspetto meccanico importante, realizzato per dare ancora più ordine al vano tecnico. Sulla scatola stagna sono indicati i prodotti contenuti, i segnali presenti e gli appartamenti serviti; i fori da dove escono i cavi sono stagni: così si evita che entri acqua e polvere, oltre a evitare eventuali danni ai dispositivi quando si effettuano interventi di manutenzione su altri cablaggi. L’obiettivo di tutto il progetto è stato quello di rendere l’impianto sempre adeguato negli anni, senza vincoli di espandibilità.


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