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Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 1 - 2015 35 Il decreto legislativo n. 196 del 2003 (legge sulla privacy) contiene diverse norme che il proprietario di un impianto videosorveglianza deve rispettare. La più importante riguarda i cartelli informativi, che devono essere apposti nelle aree sorvegliate, anche quelle private (come il cortile d’ingresso), e resi visibili anche nelle ore notturne. Un kit composto da un DVR a 8 canali e 6 telecamere, 4 bullet e 6 dome. derivati dallo sviluppo di modelli progettati per la distribuzione del segnale televisivo. Grazie a questi cavi, l’attenuazione del segnale è ridotta al punto che possono essere utilizzati per tratte lunghe tante centinaia di metri. Sono da sconsigliare i cavi RG59, che offrono una qualità limitata: il loro utilizzo nell’economia complessiva di un impianto non giustifica un eventuale risparmio generato da un minor costo. Questi cavi coassiali specifici per la TVCC sono disponibili in numerose varianti, per adattarsi a qualsiasi tipo di installazione (interni, esterni, sotto traccia, doppia schermatura, doppia guaina per interramento, ecc.). Hanno un diametro esterno variabile a seconda del modello, da circa 4 a 7 mm e sono sufficientemente flessibili: importante è rispettare il raggio di curvatura per evitare che le prestazioni vengano compromesse. Il cavo twistato, ovvero il classico Cat 5e (o superiore) o qualsiasi altro a 1, 2, 3 o 4 coppie intrecciate, garantisce anch’esso distanze rilevanti. Sul mercato è disponibile nella versione a doppia guaina per interramento ed è sempre preferibile tenerlo separato dai cavi di energia elettrica; in ogni caso la norma CEI UNEL 36762 descrive quali sono le condizioni da rispettare per la loro coesistenza. Ogni coppia intrecciata può trasportare un segnale video, audio oppure l’alimentazione delle telecamere. Nelle lunghe tratte, però, è meglio evitare il trasporto dell’alimentazione visto che la ridotta sezione dei fili causa una forte caduta di tensione. L’impiego del cavo coassiale non richiede alcun adattatore e può essere cablato direttamente alle telecamere e ai DVR; il cavo Cat, invece, per essere utilizzato deve essere collegato a due moduli adattatori, chiamati Balun (BALanced, UNbalanced). Esistono in commercio Balun che supportano uno o più segnali video, video e audio oppure video, audio e alimentazione. Ve ne sono di due tipi: passivi che supportano tratte video a colori fino a 400 metri con cavo Cat 6 (200 metri per alimentazione) e attivi fino a 1,2 Km con cavo Cat 6, con i quali è possibile variare il guadagno dell’amplificazione in base alla lunghezza della tratta. Cavi coassiali combinati I cavi coassiali sono disponibili anche nella versione combinata: all’interno della stessa guaina vengono aggiunti una coppia di cavi elettrici di sezione variabile da 0,5 a 1,0 mm² utilizzati per alimentare la telecamera. Facilitano il lavoro dell’installatore perché riducono il numero dei fili da cablare nei tubi corrugati ma la scelta della sezione dei cavi di alimentazione deve tenere conto con precisione della lunghezza della tratta e dell’assorbimento delle elettroniche per evitare che un’esagerata caduta di tensione impedisca la corretta alimentazione delle telecamere, soprattutto in modalità ‘night’ con l’illuminatore IR attivo. Connettori a vite o crimpare Questo è un altro aspetto che spesso viene trascurato ma dal quale dipende lo stato dell’arte di un’installazione di videosorveglianza. Il cavo coassiale deve essere intestato con connettori BNC di qualità. In commercio ve ne sono si tutti i tipi: a pressione, a compressione o a crimpare. Tutti assicurano una buona tenuta nel tempo e la magior parte, esclusi quelli a pressione, richiede pinze dedicate. Inoltre, sono necessari lo spelafili e una certa manualità, per poter realizzare un lavoro adeguato. Il cavo twistato, invece, si collega direttamente ai Balun utilizzando il loro morsetto a vite o a pressione (tooless).


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