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Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 2 - 2014 35 Figura 3. Diffusore tipo SkyLine, un’alternativa ai diffusori scatter. Il trattamento acustico in una sala Home Cinema costituisce un elemento prioritario, principale responsabile delle prestazioni complessive. Gli echi veloci Echi veloci e ripetitivi, chiamati anche echo flutter, possono colorare il suono nell’ambiente e provocare l’accentuazione delle frequenze le cui lunghezze d’onda corrispondono alla distanza tra le pareti e tra pavimento e soffitto. Gli echo flutter sono spesso identificati come un ‘boing’, ossia suoni che dispongono di una loro nota specifica (frequenza di picco). Quando si battono le mani in una grande sala, in una scala vuota o sotto un tunnel, si può facilmente sentire il tono di risonanza. Se l’ambiente è grande, probabilmente si potrà notare più di un rapido eco (rat-a-tat-tat effect) o effetto flutter, fenomeno che si verifica quando in un ambiente i suoni successivi riflessi dalle pareti, corrispondenti a un unico fenomeno sonoro, sono separati fra loro da almeno 70 ms. Gli ambienti ristretti risuonano a frequenze più elevate, quindi si hanno maggiori probabilità di sentire un tono specifico che prosegue anche dopo che il suono originale si è esaurito. Questo effetto è chiamato ‘ringing’. Oltre agli evidenti effetti negativi causati dagli echi, il ‘ringing’ crea una firma sonora sgradevole che può permeare la riproduzione effettuata in quella stanza e influire negativamente sul suono riprodotto attraverso i diffusori stessi. Si noti che gli echi, gli echo flutter, e il ringing sono intimamente collegati: il tempo di ritardo (delay) e il tono (frequenza) dipendono sempre della distanza tra superfici opposte. Su piccole distanze la frequenza di ‘flutter echo’ è direttamente correlata alla distanza. In una lunga scala con pareti poste a circa 90 centimetri di distanza, un forte battito di mani crea un tono distinto con una frequenza di picco pari a circa 186 Hz: la metà della lunghezza d’onda a 186 Hz è esattamente 91,4 cm. A distanze superiori la frequenza potrebbe essere maggiore, in funzione degli echi provocati dalla sorgente sonora. Ad esempio, quando si battono le mani o si eccita acusticamente un ambiente con frequenze medie, le sole risonanze in grado di rispondere sono quelle medio/alte. Quindi, se la distanza tra due pareti parallele favorisce una risonanza a 50 Hz, ogni volta che si battono le mani si potrebbero udire toni a 200 o 350 Hz. Come diffusione, l’assorbimento alle medie ed alte frequenza consente di ridurre echi e il ringing ma, a differenza della diffusione, l’assorbimento riduce anche il tempo di riverbero di una stanza. Questo rende il suono più chiaro e consente di ascoltare meglio ciò che è nella registrazione, riducendo al minimo il contributo dell’ambiente. Gli assorbitori a bassa frequenza - trappole per i bassi – possono essere utilizzati per ridurre in un grande spazio il tempo di riverbero a bassa frequenza; sono più comunemente utilizzati negli studi di registrazione e nelle sale d’ascolto per ridurre la risonanza e appiattire la risposta in frequenza, normalizzandola nella gamma dei bassi. Ciò è particolarmente vero in piccoli ambienti dove il problema principale riguarda la risposta alle basse frequenze. In realtà, i piccoli ambienti non presentano un riverbero alle basse frequenze. Piuttosto, posseggono una risposta di frequenza intrinseca dominante ma nelle sale di grandi dimensioni, chiese e auditorium, ridurre il riverbero a bassa frequenza è un fattore importante da tenere presente durante l’elaborazione di un progetto aggiungendo trappole acustiche per i bassi. Nel prossimo articolo passeremo in rassegna le tipologie di assorbitori per medie e alte frequenze e le trappole utilizzate per le basse frequenze. Si ringrazia per la collaborazione Massimiliano De Angelis di Exhibo www.exhibo.it


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