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Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 2 - 2012 67 Domotix Maurizio Bellisi «L’incontro con questa figura professionale, molto spesso, nasce per caso da una collaborazione; è da lì che a volte parte il rapporto. A differenza di un tempo, quando eravamo solo noi a proporre attività di collaborazione e di consulenza, oggi questo processo sta diventando biunivoco. Ultimamente, infatti, sono aumentati gli architetti che ci hanno interpellato direttamente, per chiedere consigli o per risolvere qualche problematica. Come entrare in contatto con gli architetti? Bisogna operare con mailing, piuttosto che partecipare alle fiere, andare dove sono presenti queste figure professionali; anche se è difficile stabilire una regola. Secondo me è una questione di pubbliche relazioni, tutto sta nel riuscire a creare rapporti con le persone. Da non dimenticare la figura del committente, che a volte dà più importanza all’aspetto estetico che alla qualità o alla funzionalità del prodotto proposto. Si parla di architetti ,ma spesso abbiamo a che fare con interior designer che si occupano anche della parte estetica dell’applicazione tecnologica. Senza dimenticare che nel processo installativo sono molteplici le figure che possono interporsi per ottenere un determinato risultato e con le quali relazionarsi: c’è l’ingegnere per la parte strutturale, lo studio tecnico per la parte elettrica, il termotecnico per la parte clima, e via discorrendo. Per questo motivo sarebbe opportuno avere a che fare con figure professionali preparate e pronte ad interfacciarsi con altri professionisti. Soprattutto in questo momento dove il business sta serrando i denti e i segnali d’apertura non possono che aiutare l’operato di tutti». Miele & Musica Nello Coppola «Con gli architetti ho un rapporto che definirei di ‘croce e delizia’. Sono figure professionali importanti con le quali si potrebbe creare un collaborazione sinergica considerevole, ma che spesso stenta a decollare, a parte in qualche sporadico caso. Perché? A mio non tutti hanno dato vita ad un processo di rinnovamento ritenuto oramai inevitabile. La figura dell’architetto non può essere considerata come quella intesa dall’accademia italiana, perché è un’idea dai più considerata oramai di vecchio stampo. Oggi, mi piacerebbe poter parlare con un architetto d’illuminazione, di illuminotecnica, di gestione della luce ma, soprattutto, di architettura della luce, piuttosto che di audio a scomparsa totale o di design tecnologico. Purtroppo capita solo raramente e mi rammarico quando organizziamo workshop presso i loro ordini: spesso, indipendentemente dalla posizione geografica, la percentuale di partecipazione è esigua, nell’ordine del 15%. Un rammarico che aumenta quando, ad esempio, mi interpellano per capire dove posizionare l’antenna prima di posizionare il videoproiettore. Di getto mi verrebbe da chiedere il perché non partecipano ai workshop. Come possiamo sensibilizzare questa categoria? Non ho una ricetta, ma penso si possa fare soltanto organizzando degli incontri ad hoc. Di sicuro l’evento con 100/200 architetti serve a poco, servono incontri mirati con 5/10 persone. Occorrono aggiornamenti specifici e, soprattutto, bisogna trovare il modo per far capire a queste persone che anche la loro figura sta cambiando e necessita di un rapido adeguamento per dare valore aggiunto alla propria professionalità».


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