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FIGURA 3 - UNA BUONA IMMAGINE 3D Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 2 - 2011 25 per poterne percepire anche la profondità. Come si può vedere nell’immagine di Figura 1, quando l’oggetto si trova sul piano 0, detto anche piano di convergenza dello schermo, i punti di visione dei due occhi creano il cosiddetto effetto parallasse che il cervello umano converte in visione di profondità. Quando gli oggetti si spostano in avanti, oltre lo schermo come se ci venissero incontro, le due immagini (per gli occhi sinistro e destro) sono incrociate: l’occhio sinistro vede l’immagine spostata più a destra e l’occhio destro quella più spostata a sinistra. Al contrario, se gli oggetti si muovono in direzione contraria (si allontanano dal telespettatore), l’occhio sinistro vede l’immagine più a sinistra e l’occhio destro quella più a destra. L’effetto 3D viene generato dalla proiezione dell’oggetto nella posizione dove deve essere visualizzato. La dimensione della grandezza chiamata Parallasse, nella Figura 1, è direttamente proporzionale all’effetto 3D. Ricordiamo che la rappresentazione 3D sullo schermo televisivo piuttosto che sullo schermo di un videoproiettore non è la visualizzazione della realtà: lo scopo è di ricreare qualcosa che accentui la spettacolarità della scena attraverso un’interpretazione della realtà in chiave stereoscopica, attraverso un artefatto ottenuto durante la ripresa ad opera del regista e dello stereografo. Nelle produzioni di qualità, attente a non affaticare la visione degli spettatori, si evitano effetti 3D che esagerano nel portare oggetti e persone verso il telespettatore. Soprattutto quando questi elementi (oggetti e persone) vengono visualizzati ai bordi dello schermo, se l’effetto 3D viene esasperato, può capitare che l’immagine destinata all’occhio destro o sinistro esca dallo schermo, generando allo spettatore un fastidioso affaticamento alla vista. In gergo tecnico questo errore viene definito Window Violation. Anche tutto ciò che ruota attorno alla produzione cinematografica, come la creazione di un effetto luci particolare, la variazione dei piani focali o la visualizzazione a 24P, fa parte di un linguaggio che coinvolge lo spettatore ma non fa riferimento strettamente alla realtà. Dal cinema allo schermo di casa La qualità dell’effetto stereoscopico rilevata dall’occhio umano è inversamente proporzionale all’affaticamento percepito dal telespettatore. Oltre alla qualità del FIGURA 2 - COME LO VEDIAMO SULLO SCHERMO L’oggetto rosso, a sinistra, posto in primo piano verso lo spettatore è formato da due immagini, quella a destra destinata all’occhio sinistro e, viceversa, quella a sinistra per l’occhio destro. Nel caso in cui l’oggetto venga posizionato sullo sfondo (oggetto verde) l’immagine di sinistra riguarda l’occhio sinistro e quella di destra l’occhio destro. Quando l’oggetto è posizionato sul pianto 0 le due immagini coincidono Gli esempi più in alto evidenziano i motivi per cui si ottiene un’immagine 3D scadente. Più in basso, invece, come deve apparire un’immagine stereoscopica di adeguata qualità


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