Page 18

SI_AV0211_Icopertina.indd

Tecnologia Multi-parallasse per grandi schermi Il sistema multi-parallasse appena descritto permette di ottenere buoni risultati, soprattutto negli schermi di piccole dimensioni. Per quelli più grandi, ovvero dai 40 pollici in su, Toshiba ha scelto di invertire la posizione dei pixel, dei subpixel e delle lenti allo scopo di annullare l’effetto Moiré che riduce la qualità delle immagini. I pixel e i subpixel vengono quindi posizionati dritti mentre il foglio lenticolare viene applicato sul display ad una determinata inclinazione. Pannelli autostereoscopici ad altissima risoluzione Per poter generare immagini 3D in alta definizione verso ogni sweet-spot, i pannelli autostereoscopici multi-parallasse devono avere una risoluzione nativa di molto superiore rispetto a quelli tradizionali 2D. Teoricamente bisognerebbe moltiplicare la risoluzione per il numero di sweet-spot desiderati (ad esempio 1920x1080x9 o 1280x720x9) ma, grazie al posizionamento inclinato dei subpixel o delle lenti, ci si può accontentare di un fattore di moltiplicazione inferiore (x3). Ciononostante, se per riprodurre un’immagine 2D 720p è sufficiente un pannello da 1280x720 pixel, per la stessa immagine 3D la risoluzione minima è di 3840x2160 pixel, ovvero lo standard 4K. Non appena le tecnologie consentiranno la produzione di schermi ad altissima risoluzione, ovvero 3-4-5 volte l’attuale Full HD (5760x3240, 7680x4320, 9600x5400 punti), la tecnologia multi-parallasse permetterà di ottenere immagini più definite (a parità di sweet-spot) o un numero maggiore di punti di visione (a parità di risoluzione). I pannelli 3D Glasses-Free sono ovviamente in grado di riprodurre anche contenuti 2D alla massima risoluzione del pannello (4K nel caso del 20”) oppure trasformarli in 3D. 18 Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 2 - 2011 Sovrapposizione delle aree di visione Altro fattore critico della tecnologia di visualizzazione autostereoscopica multiangolo è la presenza di “buchi” tra le aree di visione che disturbano la visione e falsano l’effetto 3D quando lo spettatore muove leggermente la testa uscendo così dal proprio sweet-spot. Per superare anche questo limite, la soluzione di Toshiba prevede una leggera sovrapposizione delle aree di visione che elimina i buchi e rende la visione 3D più confortevole senza costringere i telespettatori ad una assoluta immobilità. Contenuti nativi e convertiti Le tecnologie messe a punto finora e l’accurata progettazione dei pannelli 4K risolvono il problema della riproduzione delle immagini 3D senza occhiali ma non quello della gestione dei contenuti. La quasi totalità dei contenuti 3D nativi è stata prodotta con telecamere doppie che simulano il comportamento dell’occhio umano da un singolo punto di visione mentre la tecnologia multi-parallasse, per garantire risultati ottimali, richiede una serie di telecamere posizionate con differenti angolature. In attesa di un’evoluzione anche in tal senso, gli ingegneri giapponesi hanno sviluppato una tecnologia di conversione basata su algoritmi molto sofisticati che trasforma una singola immagine stereoscopica in diverse immagini destinate ai vari sweet-spot così da rendere l’esperienza tridimensionale più reale e naturale. Questi algoritmi richiedono un’elevata potenza di calcolo che solo i processori più avanzati, come il CEVO presentato di recente, sono in grado di garantire. I pannelli autostereoscopici multi-parallasse di grandi dimensioni si differenziano da quelli piccoli per l’orientamento dei pixel e delle lenti La soluzione Integral Imaging di Toshiba permette di sovrapporre le aree di visione (foto a destra) eliminando così gli spazi intermedi (a sinistra) e rendendo la visione 3D più confortevole e meno sensibile ai movimenti della testa Un pannello 4K (3840x2160 pixel) può generare immagini 3D con risoluzione di 1280x720 pixel per ciascuno dei 9 sweet-spot


SI_AV0211_Icopertina.indd
To see the actual publication please follow the link above