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Display in polisilicio a bassa temperatura. Entrambe le società hanno dichiarato di essere in grado di lanciare dei nuovi prodotti entro la metà di quest’anno, anche se gli esperti del settore la ritengono una sfida alquanto ardua. Le previsioni indicano, infatti, il 2015 l’anno entro il quale saranno disponibili in ‘mainstream’ i display AMOLED. Display e stereoscopia I produttori di televisori si sono avvicinati sempre di più al 3D, individuando nella stereoscopia una possibile fonte di business. Secondo l’istituto di ricerca ‘Display Search’, nel terzo trimestre del 2011, il 14% dei televisori venduti nel mondo erano 3D, una percentuale che sale di 4 punti se si considera il solo mercato Europeo. Viaggia ad un passo un po’ più lento il mercato statunitense dove, nello stesso periodo, la vendita non è andata oltre il 7,5%. Il telespettatore, attualmente, può visualizzare contenuti 3D utilizzando gli occhiali attivi o passivi. Entrambi, con valori significativamente diversi, presentano ancora problemi di cross-talking, anche se questo fastidio è stato notevolmente ridotto nel corso degli anni. Naturalmente, la maggior parte dei telespettatori preferirebbe una soluzione che non preveda l’uso di occhiali, il cosiddetto display auto stereoscopico; ad oggi, però, la qualità di questi display sembra essere un obiettivo molto lontano nel tempo. 36 Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 2 - 2012 Attualmente tali dispositivi utilizzano un filtro posto davanti al pannello che, con un sistema lenticolare, indirizza ad ogni telespettatore posto lungo un’ipotetica linea di visione e filtra le immagini destinate all’occhio destro e sinistro di ciascuno: uno ‘sweet spot’ per la visualizzazione che però non lascia molta libertà al posizionamento dello spettatore stesso. Il progresso tecnologico e le nuove applicazioni signage Oggi, vi sono numerosi metodi per creare immagini di grandi dimensioni da visualizzare su megaschermi (esclusa la proiezione frontale): i videowall ‘cubes’, utili ad esempio per una sala di controllo, i display al plasma “seamless” di Orion, i grandi pannelli LCD con cornici sottili (narrow bezel) di LG. Ma il progresso tecnologico, si sa, non conosce sosta: vi sono altre tre soluzioni che stanno conquistando il favore dei mercati: • Laser Phosphor Display (LPD), ideato da Prysm che fa uso di tecnologia ‘vecchia e nuova’. La parte ‘vecchia’ riguarda l’uso dei fosfori per generare la luce. I fosfori sono stampati su uno schermo secondo uno schema che ricorda il Sony Trinitron Cathode Ray Tube (CRT). Però, anziché essere eccitati da un fascio di elettroni come lo erano nel CRT, i fosfori vengono accesi da invisibili raggi ultravioletti prodotti da un laser UV. L’LPD si presenta in forma modulare. Ogni modulo misura 509 x 382 mm e contiene 320 x 240 pixel, con un pixel pitch di 1,6 mm. Trenta di questi moduli sono in grado di generare un display WUXGA 1.920x1.200 (3.038x1.910 m). Uno schermo adatto al funzionamento 24/7 con un consumo energetico molto basso, pari a 155W per mq. Diventa così un’importante applicazione di digital signage, molto utile anche per le sale di controllo. Lanciato nel 2010, il Prysm LPD si è consolidato nel mercato ed è presente in studi televisivi e spazi di presentazione. Laser Phosphor Display (LPD), presentato da Prysm all’ISE 2011


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