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5 4 3 2 1 5 4 3 2 1 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 Figura 2A. La piedinatura dei connettori maschio Mini-A, Mini-B (sopra), Micro-A e Micro-B (sotto). Figura 2B. La piedinatura dei connettori femmina USB Mini-A/B (sopra), Micro-A e Micro-B (sotto). 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 TABELLA 2- PIEDINATURA CONNETTORI USB 1.1 E 2.0 - MINI E MICRO (A E B) Pin Segnale Colore conduttore Funzione 1 VBUS Rosso +5 V 2 D- Bianco Data _ 3 D+ Verde Data + 4 ID Fucsia Host (Mini/Micro A e B) Type-A (da inserire in PC e altri device): quando è connesso a GND l’apparecchio assume il ruolo Host Type-B (da inserire in hard disk, tastiere, ecc.): quando non è connesso l’apparecchio assume il ruolo Slave 5 GND Nero Massa Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 2 - 2015 13 collegamento seriale maggiormente in uso. Oltre ai connettori Type A e Type B, con l’avvento dell’USB 2.0 si affiancarono altri connettori: Mini-A, Mini-B, Micro-A e Micro-B (Figura 2). Il pin ID Come si può notare, questi connettori si differenziano dai Type-A e Type-B per la dimensione decisamente più contenuta (idonea ad essere impiegata, ad esempio, negli smartphone e nei tablet) e per la presenza di un polo ulteriore, il Pin ‘ID’. Nella stragrande maggioranza, i cavi USB con connettori mini e micro, come quelli che ci permettono la ricarica dei dispositivi mobili oppure di collegare il PC allo smartphone (quest’ultimo viene visto dal PC come una memoria esterna), non hanno tuttavia il Pin ‘ID’ collegato. E allora perché è stato introdotto? Questo ulteriore contatto è nato per permettere a dispositivi quali smartphone e telefoni cellulari di assumere la funzionalità di host (master) o peripheral (slave) a seconda dell’apparecchio al quale sono collegati. La funzionalità, chiamata USB OTG (acronimo di On The Go), permette al nostro tablet di essere ‘slave’ quando è collegato ad un PC (che assume a sua volta il ruolo di ‘host’), mentre diventa egli stesso ‘host’ quando è collegato ad un disco esterno o ad una tastiera supplementare. La funzionalità USB OTG è perfettamente funzionante sui vecchi cellulari Nokia con sistema operativo Symbian, su diversi dispositivi Android, impossibile su iOS (ogni scambio di dati deve passare da iTunes), presente ma non attiva su Windows Phone (sebbene ci siano numerosi rumors di una imminente attivazione). Per questa funzione, come dicevamo, il cavo deve essere esplicitamente indicato dal produttore come USB OTG CABLE; la piedinatura sui connettori è riportata in Tabella 2. Il collegamento del Pin 4 sui connettori Type-A e Type-B, se libero oppure ancorato a massa (rilevato dal dispositivo attraverso una resistenza di ‘pull-up’), determina quando il dispositivo sarà un Host o uno Slave. L’USB On-The-Go supporta solo dispositivi driver-free gestiti tramite il protocollo Host Negotiation Protocol (HNP). USB 3.0: SuperSpeed Dopo circa 10 anni dall’introduzione dell’USB 1.0, nel novembre 2008 è stata presentata al comitato che si occupa della standardizzazione delle specifiche USB, l’USB Implementers Forum (USB-IF, www.usb.org), la specifica USB 3.0, che introduce sostanziali novità. La più importante di queste, da cui originano le migliorie prestazionali e una nuova generazione di connettori, è il passaggio da un sistema di comunicazione seriale half duplex su 2 conduttori (la cui alternanza tra i dati inviati ed i dati ricevuti sulla linea è scandita dall’host) ad un sistema full duplex su 4 conduttori (DataSend+, DataSend-, DataReceive+, DataReceive-). La velocità di targa dell’USB 3.0 diventa così di 5 Gbit/sec (3,2 Gbit/sec, al netto dei margini di sicurezza di trasmissione, principalmente dovuti al sistema di encoding). I connettori, che devono essere blu (colore Pantone 300C), alloggiano 10 pin: oltre ai nuovi segnali full duplex devono essere conservati i piedini tipici dell’USB 2.0 poiché si è voluto mantenere la completa retro-compatibilità, sia nei connettori Type-A e Type-B che nei connettori Micro-A e Micro-B. I connettori Mini, invece, vengono eliminati perché le loro dimensioni sono diventate progressivamente incompatibili con i dispositivi portatili sempre più sottili, oltre alle caratteristiche di minore robustezza. Infatti, a dispetto delle dimensioni inferiori, un connettore Micro-B garantisce circa 10mila cicli di connessione-disconnessione, circa il doppio di un connettore Mini-B.


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