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Case History L’effetto della smaterializzazione Per una mostra che si occupa di materia, di particelle, di spazio e tempo, non poteva mancare un’area dedicata alle dimensioni, come ci spiega Marco Barsottini: «Quello dell’extradimensione è uno spazio concepito per dimostrare la possibilità teorica, e anche sperimentale, di avere n dimensioni. Riuscire a rappresentarlo è stata una sfida, perché il teorema è abbastanza complesso. Ad ogni modo, siamo riusciti a realizzare un’installazione che, tramite le riprese di una telecamera, riportasse il live di quanto accadeva nello spazio circostante. L’effetto stupefacente era concentrato nel possibilità di far scomparire dal video il visitatore avvicinatosi all’area, per farlo ricomparire successivamente in diversi video completamente stravolto, fatto di particelle o di grafica poligonale». Le interviste e l’effetto tempesta Come per tutti gli spazi concepiti all’interno della mostra, ogni argomento veniva approfondito dai totem di fianco installati o ai monitor piazzati nella sala. Anche in questo caso, le figure designate alla spiegazione iniziavano il proprio racconto solo all’avvicinarsi del visitatore. Infine, tutto il ventaglio interattivo, le evoluzioni descritte, i video e gli effetti speciali, ogni trenta minuti veniva investito da una sorta di onda anomala: «Abbiamo concepito, Gli schemi riportano 4 diversi spazi espositivi della mostra, per i quali sono stati utilizzati i videoproiettori NEC della serie PA. 64 Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 2 - 2015 con cadenza costante, una sorta di tempesta ideata per stravolgere per alcuni secondi tutte le installazioni – continua la sua descrizione Marco Barsottini. Come una forma di ciclone, lo spazio, tutte le proiezioni e i monitor, venivano investiti da un attraversamento di raggi cosmici e di altre figure grafiche. Quindi, a prescindere da quanto stesse accadendo, come in un improvviso temporale l’allestimento veniva investito e completamente trasformato per alcuni secondi». Big Bang: milioni di anni racchiusi in un secondo Chiudiamo la descrizione della mostra con lo spazio espositivo che ha riproposto la teoria del Big Bang. «Tramite proiezione e sensori, abbiamo riproposto l’esplosione di un agglomerato di stelle, formato da un ipercubo creato da un concentrato da piccoli cubi. L’esplosione allontanava i cubi dal centro creando una proiezione immersiva a 360°. Un po’ come riassumere 20 milioni di anni in un secondo e potercisi muovere dentro dettando delle direttive di viaggio nel tempo». Si ringraziano per la collaborazione: Walter Farioli – www.neotechsrl.com Marco barsottini – www.cameranebbia.com NEC – www.nec-display-solutions.com


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