Page 25

SI_TV0311_Icop.indd

Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 3 - 2011 25 «3D, anche in post-produzione» A tu per tu con Vittorio Arrigoni IDS Multimedia IDS Multimedia è una società di ingegneria che si occupa di impianti e di produzione televisiva. È in grado di coordinare e gestire mezzi di produzione finalizzati a eventi importanti come, ad esempio, è stata la collaborazione con il Tobo, Torino Broadcasting Organization, per le riprese televisive sui campi di gara delle Olimpiadi invernali di Torino 2006. «L’importanza di appartenere ad HD Forum Italia –esordisce Arrigoni- è l’essere sempre aggiornati sulle tecnologie sia di produzione e, anche, a difesa e controllo dei contenuti. Con particolare riferimento all’HD ma non solo, perché anche la stereoscopia si sta affacciando con una certa decisione sulle piattaforme HD dei broadcaster. È naturale, quindi, che l’Associazione si interessi anche di produzione e messa in onda del 3D. Ciò costituisce un ulteriore motivo di aggiornamento e di informazione». Le Olimpiadi e il 3D «Riguardo al 3D –prosegue Arrigoni- sono rimasto colpito da un’affermazione pronunciata poche settimane fa da James Cameron, il regista di Avatar. Cameron, di recente, ha fondato una società, la CPG (Cameron Pace Group) che annovera già numerosi successi nel campo della produzione televisiva. Durante la conferenza stampa di presentazione del Titanic 3D, convertito dal 2D, ha affermato in modo provocatorio che la stereoscopia ormai è al punto di non ritorno. Ciò significa che il cinema, in futuro, non potrà fare a meno di questo strumento, che assumerà un ruolo importante nel processo narrativo del cinema. Io credo si riferisse al cinema ma anche alla televisione. Con la sua società, Cameron sta facendo molta esperienza anche nel campo televisivo: in 3D ha prodotto l’US Open di tennis 2010 e 2011, il live Masters Golf Tournament 2011, l’NBA All-Star game del 2011 e si sta preparando ad altri importanti eventi. La Cameron Pace Group dispone di sistemi di produzione con 19 coppie di telecamere per riprese live in 3D e si sta attrezzando per arrivare a 40, una dimensione adeguata per affrontare eventi di dimensione simile a quella di un’Olimpiade. Non è escluso, infatti, secondo quanto ha affermato Manolo Romero in un’intervista rilasciata poco tempo fa, che la CPG possa giocare un ruolo importante durante l’Olimpiade di Londra: un significativo momento di esperienza e di verifica perché trasmetterà in 3D numerosi sport mai ripresi finora in 3D. Si parla di 15 discipline su 32 e una produzione giornaliera di circa 10 ore, con una sintesi di un’ora. Al momento non è ancora nota la scelta del partner, che spetta all’OBS (Olympic Broadcaster Service) compagnia del CIO preposta alle riprese televisive delle Olimpiadi». Conversione da 2D a 3D Chi ha potuto vedere i trailer di Titanic 3D è rimasto molto impressionato per l’elevata qualità. Ciò apre nuove prospettive ai contenuti 3D, perché non devono essere necessariamente nativi e possono raggiungere un’elevata qualità con software di postproduzione sofisticati e costosi. Prosegue Arrigoni: «Fra gli addetti ai lavori, però, è diffusa l’opinione che il decollo della stereoscopia possa essere ostacolato da due aspetti fondamentali: la cattiva qualità con il conseguente disagio di visione e l’avvento di risoluzioni più elevate rispetto al Full HD, come il 4k e l’8k. Quest’ultimo aspetto, in realtà, potrebbe essere sinergico con la stereoscopia perché risoluzioni sempre più elevate potrebbero facilitare la produzione di display autostereoscopici. Il primo aspetto, invece, potrebbe preoccupare di più: la mancanza di contenuti disponibili sul mercato, potrebbe convincere persone un po’ spregiudicate a utilizzare con superficialità e mancanza di esperienza sistemi automatici di conversione da 2D a 3D, con risultati ampiamente insoddisfacenti». 3D al cinema e 3D a casa Un contenuto nato per il cinema non crea problematiche se viene riprodotto sul televisore di casa. Potrebbe nascere, invece, il problema opposto: un programma 3D prodotto per la televisione potrebbe non essere adeguato per il cinema. Ecco il commento di Arrigoni: «Questo accade per una ragione precisa: il parallasse non deve mai superare la distanza fra i due occhi, deve essere inferiore ai 60 mm. Un programma nato per la televisione può contenere piani prospettici anche molto lontani e ciò richiede di arrivare ai limiti del parallasse, prendendo come riferimento le dimensioni degli schermi oggi presenti nelle case, che variano fra i 40 e i 60 pollici. Se lo stesso contenuto viene proiettato su uno schermo cinema da 15 metri di base il parallasse diventa due, tre, quattro volte più grande. A questo punto gli occhi divergono e nasce un’incompatibilità fra la visione al cinema e quella domestica. Al contrario -conclude Arrigoni- il prodotto cinematografico non risente di questa problematica perché riducendo le dimensioni dello schermo il parallasse diminuisce».


SI_TV0311_Icop.indd
To see the actual publication please follow the link above