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Sistemi Integrati TV Digitale 01 2012

Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 1 - 2012 71 L’importanza dell’impianto misto «C’è un ulteriore disagio da evidenziare – continua Michele Dalsass – in questo processo di transizione. È capitato che alcuni sindaci e amministratori locali denunciassero l’impossibilità di ricevere i nuovi canali, quelli aggiuntivi rispetto ai classici. Rai, insieme agli altri operatori, ha preso parte al consorzio Tivù, per dare la possibilità di ricevere tutti i canali attraverso la parabola anche alle zone poco coperte. Anche in questo caso bisogna entrare nell’ottica di un cambio di mentalità, sia da parte dell’utente che da parte dell’antennista. Un operatore oggi deve anche saper consigliare l’installazione di un impianto misto, terrestre per le tv locali e satellitare per vedere i canali «Nel digitale terrestre le reti SFN sono complicate - esordisce Mauro Ottonello di RaiWay - quindi implicano un minimo di conoscenza: sapere ‘ottimizzare’ l’antenna, usare centralini di nuova tecnologia, conoscere bene i prodotti di questo nuovo mondo. Il Roadshow è servito soprattutto a fare chiarezza sulla situazione, ripercorrendo tutti i punti cardine che fanno parte dello switch off. Era anche un po’ doveroso, perché se da una parte c’è chi si occupa della diffusione di un segnale, dall’altra è fondamentale ci sia qualcuno che sappia fare da connettore con l’utente finale. E l’antennista oggi ha bisogno di essere accompagnato in questo processo d’innovazione tecnologica. Anche il solo fatto di aver concepito una rete SFN molto spinta, forse unica in Europa, può creare notevoli difficoltà. Basti pensare, ad esempio, alla città di Genova che ha 11 impianti trasmittenti sulla stessa frequenza, il che significa che si possono ricevere in un punto circa 7 segnali isofrequenza. Pertanto, informare gli antennisti su quali siano le problematiche da affrontare e come risolverle è quanto mai necessario. Anche perché si ritrovano da una parte ad avere a che fare con una situazione completamente nuova da affrontare dal punto di vista tecnico, mentre dall’altra aumenta la pressione dell’utente finale che il giorno dopo lo spegnimento del segnale analogico vuol vedere tutti i canali. D’altronde gli stessi tecnici RaiWay, quelli di Elettronica Industriale o chi si occupa del servizio da portare all’utenza, nazionali, soprattutto nelle zone che presentano disagi nella ricezione. D’altronde, fare un impianto terrestre molto complesso comporta lo stesso impiego che installare una parabola; anzi, quest’ultima costa meno e fornisce un servizio di qualità. L’antennista, quindi, deve essere propositivo, deve saper proporre anche l’installazione della parabola. Oltretutto, oggi, nei nostri condomini ci abitano persone di diverse etnie ed è importante ricordare anche che l’articolo 4 del Decreto Ministeriale dell’11 novembre 2004 impone il divieto di discriminazione nella distribuzione dei segnali alle diverse utenze. In conclusione, l’antennista deve abbandonare l’idea, oramai superata, di cambiare il minimo per far risparmiare; il messaggio definitivo che gli installatori devono fare proprio è che la professione sta cambiando». Mauro Ottonello Ingegneria di Manutenzione RaiWay hanno dovuto maturare un’esperienza che non esisteva a livello mondiale, e questo ha portato da un lato ad incrementare la cultura tecnologica rispetto a certe applicazioni, dall’altra la necessità di risolvere dei problemi legati all’ottimizzazione di diverse aree sul territorio nazionale. La stessa costruzione della nuova rete SFN, infatti, non è stata progettata da zero, ma è stata adattata ad una rete già esistente. Pensiamo solo alle reti regionali, ad esempio, sulle quali stiamo effettuando un lavoro di trasporto dei segnali che partono da Roma,vanno verso le sedi, ritornano a Roma come centralità di diffusione, per ritornare poi tramite fibra o satellite ad ogni sede regionale. A questo aggiungiamo il fatto che l’SFN necessita di sincronizzazioni molto precise, per cui richiede per l’antennista lo sforzo di aggiornarsi, oltre che rinnovare la rete ed essere propositivo. Un cambio di mentalità radicale che probabilmente favorirà quello generazionale, dando spazio alle nuove leve».


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