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Sistemi Integrati TV Digitale 01 2012

TABELLA 9 – DISTANZA DALLA BTS FINO A CUI SI POSSONO PREVEDERE DISTURBI SUI SEGNALI DTT IN ASSENZA DI TECNICHE DI MITIGAZIONE Livello segnali DTT Campo e.m. DTT Minimo campo e.m. Distanza dalla BTS in antenna LTE disturbante 45 dBμV 62,5 dBμV/m 82,5 dBμV/m 10 km 65 dBμV 82,5 dBμV/m 102,5 dBμV/m 1 km 85 dBμV 102,5 dBμV/m 122,5 dBμV/m 100 m Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 1 - 2012 23 Conclusioni Le simulazioni al calcolatore e le misure di laboratorio hanno permesso di analizzare il comportamento degli amplificatori a larga banda degli impianti centralizzati d’antenna in presenza di segnali LTE. Simulazioni e misure, effettuate in condizioni realistiche e non eccessivamente pessimistiche, hanno concordemente mostrato che, in alcune situazioni, l’impatto dei segnali LTE sull’intermodulazione degli amplificatori potrebbe essere serio, a conferma dei risultati pubblicati in ambito internazionale. Gli effetti più evidenti si hanno sui canali adiacenti (in particolare sul canale 60), ma tutti i canali nella banda UHF possono essere degradati fino alla mancanza di ricezione. È infatti opportuno che il livello del segnale LTE interferente sia ridotto ad un valore non superiore a circa 15÷20 dB rispetto ai segnali DTT. Si può stimare che, in assenza di filtraggio preventivo o di altre tecniche di mitigazione, in condizioni sfavorevoli gli impianti potrebbero essere affetti da disturbi fino ad una distanza di oltre 1 km dalla BTS. Un filtraggio di base del segnale d’ingresso al centralino può aiutare a ridurre gli effetti dell’intermodulazione, ma per essere efficace è necessario l’utilizzo di filtri ad elevata selettività, abbastanza costosi, mentre l’impiego dei semplici filtri ‘in-line’ a basso costo in alcuni casi Figura 6. Andamento della distanza dalla BTS entro cui si possono avere interferenze, in funzione del livello dei segnali DTT in antenna potrebbero fornire risultati insoddisfacenti. Nei casi in cui il filtraggio non fosse sufficiente, saranno necessarie ulteriori contromisure sull’impianto, da valutare caso per caso (spostamento delle antenne riceventi, utilizzo di centralini canalizzati, ecc.). È poi auspicabile che opportuni vincoli siano fissati per l’operatore LTE, in modo da limitare in determinate aree l’entità del segnale interferente ricevuto in antenna: a tale proposito si possono adottare tecniche quali crosspolarizzazione, limitazione della massima EIRP, ecc. In ogni caso, la convivenza di servizi broadcast e 4G nella banda UHF richiederà un’adeguata collaborazione tra tutti gli operatori coinvolti, in modo da evitare di far ricadere i relativi costi interamente sull’utente finale. “Il presente articolo è tratto da “LTE e DTT Effetti dei segnali per la telefonia mobile di 4ª generazione sugli attuali impianti d’antenna televisivi”, Elettronica e Telecomunicazioni, n° 3 dicembre 2011. L’articolo completo, a cura di Davide Milanesio, Bruno Sacco e Vincenzo Sardella del Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della RAI è pubblicato all’indirizzo www.crit.rai.it/eletel/2011-3/113-6.pdf Si ringraziano gli autori per l’autorizzazione all’utilizzo del materiale dell’articolo”.


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