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Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 4 - 2016 7 commenta Sgarabottolo – NEC ha realizzato lavori importanti, come l’installazione nella catena dei ristoranti McDonald». Il volume per mercato IT Il mercato IT, per sua natura, è basato sui volumi di vendita; un’aspettativa che i prodotti di alta qualità non sempre possono soddisfare. Inoltre, i brand IT lavorano con margini diversi da quelli dell’AV Pro, si lavora con la logica del box moving, senza preoccuparsi del supporto che genera valore. «Qui è necessario un lavoro che porti a percepire NEC come un brand di qualità – continua Sgarabottolo – come già succede in altri mercati; le Case Histories ci aiuteranno a spiegare ai system integrator IT le opportunità di new business generate dai nostri prodotti. Il mercato di questi professionisti in Italia è polverizzato: per guadagnare reputazione ci vuole tempo perché NEC non vende prodotti di largo consumo». I proiettori Sulla videoproiezione, cavallo di battaglia dell’AV Pro, Enrico Sgarabottolo cita risultati importanti per NEC: «Il mercato dei videoproiettori, è diverso, abbiamo lavorato molto bene con i modelli laser, nel Q1 del 2016 siamo stati il primo brand, per quantità e valore, con un market share del 40%, dati Future Source. La gamma è la più vasta disponibile, copre bene tutte le esigenze. Abbiamo all’attivo importanti realizzazioni in ambito museale e artistico. Quello dei proiettori nelle scuole, invece, è un mercato che fa storia a sè: basso valore aggiunto, segue il ritmo dei PON, il prezzo ha la precedenza sulla qualità, ecc. Nonostante tutto siamo in crescita anche in questo segmento, che presidiamo con grande impegno: è un mercato delicato, vogliamo esserci perché è importante esserci; sempre secondo Future Source nel Q1 del 2016 abbiamo ottenuto un market share del 21%, con una crescita anno su anno del 100%. Inoltre, i mercati europei più evoluti hanno già abbandonato la LIM e ora installano monitor touch: anche qui siamo competitivi». Qualità significa anche qualità della vita Negli ultimi decenni il numero di monitor sulle scrivanie degli ambienti di lavoro è cresciuto esponenzialmente: oggi è lo strumento di lavoro più importante, che utilizziamo di più. Eppure in Italia, la sensibilità verso display che affaticano meno la vista, garantiscono un’elevata ergonomia e quindi una postura corretta alla scrivania (tutti aspetti che concorrono ad un aumento della produttività) è di gran lunga inferiore rispetto alla media dei paesi europei più avanzati. «Due aspetti mi stanno particolarmente a cuore – conclude Sgarabottolo – sono la salute delle persone e il consumo energetico. Eppure in Italia si continua a vendere monitor per ufficio di scarsa qualità: la nostra quota di mercato in Italia è del 2%, in altri Paesi europei arriviamo anche al 15%. Non sono ancora chiari i benefici in termini di salute che garantisce un monitor di qualità, il fatto è grave: significa che non valutiamo i danni generati, compresa la produttività; ci vorrebbero norme più severe. Il secondo aspetto è il consumo energetico. Il Digital Signage cresce esponenzialmente, così come il suo consumo di energia: i nostri monitor sono corredati di sensori che riducono la luminosità quando non serve, perciò sono attenti allo spreco di energia. L’aspetto economico è importante quanto la sostenibilità ambientale».


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