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Fiere & Manifestazioni David Labuskes: le attività di InfoComm Ad InfoComm13 per David Labuskes è stata la sua prima volta come Executive Director e CEO. InfoComm International è stata fondata nel 1939 e conta oltre 5 mila membri, fra costruttori, system integrator, rivenditori e distributori, consulenti indipendenti, programmatori, società di rental & staging, ecc. Lo abbiamo intervistato per approfondire le attività organizzate e le prospettive future. Quali peculiarità contraddistinguono InfoComm International? «InfoComm International è un’associazione specializzata nella formazione tecnologica; oltre ai corsi offre ai propri associati risorse di business importanti come le ricerche di mercato e gli standard AV. Il tutto avviene online oppure in aule attrezzate, presso strutture esterne o nelle 58 Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 2 - 2013 nostre sedi. Con McGraw-Hill pubblichiamo libri che divulgano la tecnologia AV e offriamo ai professionisti del settore la possibilità di conseguire individualmente la Certificazione entry level CTS, Certified Technology Specialist. Si tratta dell’unica certificazione dedicata all’audiovisivo accreditata ANSI e riconosciuta dallo standard internazionale ISO/IEC 17024». Come è strutturato il piano formativo? «Oltre alla CTS, vi sono due livelli avanzati di certificazione: la prima si chiama CTS-D, Certified Technology Specialist-Design per progettisti, e la seconda CST-I dedicata a system integrator e installatori. Sono proprio questi ultimi che hanno bisogno di maggiore conoscenza ed esperienza. Questa certificazione permette ai singoli professionisti di distinguersi e dimostrare che posseggono un grado superiore di formazione. Inoltre, abbiamo anche un programma di certificazione per singoli professionisti o per le aziende denominato Certified Audiovisual Solutions Provider, sviluppato su tre livelli. Inoltre, abbiamo appena completato un processo La soluzione Laser È stato un argomento molto dibattuto durante il Projection Summit, dove è stato possibile comprendere meglio le posizioni dell’industria: dai produttori di Laser a quelli degli engine ottici; dall’aspetto normativo ai vari campi di applicazione, in funzione dei vantaggi conseguenti. Partiamo dall’industria della componentistica: i diodi laser sono utilizzati da decenni in ambito militare, medico e per altre applicazioni professionali. La tecnologia, quindi, è ben consolidata. Però il costo e la costanza delle prestazioni appartengono ad un mondo di nicchia, dalle logiche quasi artigianali, ben diverso dalla produzione in serie alla quale sono soggetti i videoproiettori. Inoltre, gli engine ottici basati sul laser nonostante assicurino un risparmio energetico considerevole in termini energetici, hanno la necessità di poter dissipare il calore prodotto. Quindi, una cosa è raffreddare una lampada ad incandescenza e un’altra è dissipare il calore di un diodo laser. L’aspetto relativo alla sicurezza, in questo caso, è più che mai determinante. Per questo motivo si è deciso di percorrere due strade diverse, a seconda che il videoproiettore sia dedicato all’ambito Cinema piuttosto che domestico o commerciale. Nel primo caso la soluzione che dovrebbe sostituire nel tempo i proiettori delle sale cinema risulterebbe quella del full laser, dove verrebbero impiegati tre diodi A Projection Summit , la società Wavien ha presentato una soluzione basata su una pompa peristaltica per il raffreddamento dei fosfori posti all’interno di un liquido. L’INTERVISTA


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