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switch-off emittente per poter coprire l’intero territorio della Sardegna deve utilizzare molte frequenze, nel caso della TV digitale ogni emittente può usare una sola frequenza. Il risparmio in termini di frequenze risulta formidabile: mentre prima ogni emittente “sprecava” molte frequenze per coprire interamente la regione (semmai, in talune zone, interferendo e venendo interferita da altre emittenti), ora può ottenere lo stesso risultato con una sola frequenza. Inoltre, ora (TV digitale, con reti SFN) i segnali di due trasmettitori vicini, anziché darsi fastidio, si aiutano costruttivamente, fornendo una migliore ricezione. Perciò ora ad ogni emittente televisiva viene associato un solo canale radio, sul quale essa può trasmettere un multiplex di 4 o 5 programmi. Il guadagno in termini di efficienza nell’uso dello spettro è evidente; ma c’è un ultimo aspetto positivo che va ricordato e che non è certo trascurabile come importanza. Sappiamo che la Sardegna ha vicino alle proprie coste la Corsica, che è territorio francese. L’uso delle bande televisive VHF e UHF deve essere condiviso fra Italia e Francia: significa che si deve trovare un modo per evitare che le emittenti italiane diano fastidio a quelle francesi e viceversa. Questa operazione risulta ovviamente agevolata nel caso digitale dall’impiego di una sola frequenza. Se fossimo rimasti all’analogico, probabilmente non ci sarebbero state frequenze sufficienti per tutte le emittenti (quantomeno in Italia), visto che nel 2006 si è svolta a Ginevra una conferenza internazionale (tutta Europa ed Africa e l’Asia fino all’Iran) dedicata proprio a delimitare 8 Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 2 - 2009 le frequenze che ogni stato poteva utilizzare. A Ginevra sono stati definiti alcuni principi generali e questo processo sta proseguendo tuttora, tramite trattative ed accordi bilaterali fra Italia e Francia (sono già stati avviati anche quelli con gli altri stati confinanti) per raggiungere intese più specifiche e che ampliano le reciproche possibilità. Prima di effettuare il passaggio dell’intero insieme delle emittenti al digitale, si effettua questa operazione preliminarmente per un paio di emittenti: è il cosiddetto switch-over, che in genere precede di alcuni mesi lo switch-off vero e proprio (il passaggio di tutte le emittenti al digitale). Sebbene lo switch-over non liberi alcuna frequenza, in quanto le trasmissioni digitali avvengono sulle stesse frequenze prima utilizzate in analogico, con lo switch-over di due emittenti l’utenza viene di fatto stimolata a dotarsi di decoder per tempo prima dello switch-off. La transizione in Italia e in Sardegna Il problema della pianificazione della transizione al sistema digitale, soprattutto se affrontato a livello nazionale, si presenta di notevole complessità per due motivi: – la presenza sul territorio di molte migliaia di impianti che concorrono a realizzare reti MFN (e che dunque occupano con un fitto mosaico i canali radio) – la necessità di coordinare a livello internazionale le Figura 3. Mappa delle Aree tecniche e date previste per lo switch-off


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