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Digitale Terrestre Libretto d’impianto - Terminale di testa Di questa parte dell’impianto si dovrà conoscere: – tipo e caratteristiche del centralino; – modalità di accesso e posizione del terminale di testa. Se il terminale di testa è a larga banda: – quali e quanti ingressi sono presenti, con l’indicazione precisa della frequenza minima e massima delle bande amplificate (ci sono zone in cui, per esigenze particolari i centralini vengono realizzati con ingressi di banda “modificati” nel senso che tagliano qualche canale d’inizio o di fine banda o all’interno della banda stessa); – possibilità di regolazione dei livelli per ciascun ingresso di banda; – eventuale presenza di convertitori e/o preamplificatori con le loro caratteristiche; – livelli disponibili in uscita dal centralino (utile a definire il guadagno e il livello massimo applicabile all’ingresso). Se il terminale di testa è a moduli: – quanti moduli filtro di canale con relative caratteristiche; – quanti moduli amplificatori sono presenti e per quali frequenze o canali; – quanti e quali tipi di convertitori di canale; – caratteristiche e livelli degli amplificatori finali di potenza se presenti; – caratteristiche dell’alimentatore con indicazione della potenza disponibile e della potenza assorbita dal centralino esistente; - lo stato di condizione ed eventuale possibilità e/o margine di ampliamento; Ad esempio: gli impianti delle zone “servite” da Valcava per la pianura padana, con terminale di testa modulare dove sia già presente il modulo del canale 67 -essendo stato spento il canale analogico e utilizzata la frequenza per il nuovo canale digitale- potranno ricevere il mux 67 di Mediaset senza problemi se il modulo presente ha una “taratura larga”. Inoltre saranno necessari interventi in tutti i terminali di testa a moduli che non abbiano le caratteristiche indicate sopra. Si tratterà di: – aggiungere nuovi moduli per le frequenze dei MUX digitali da ricevere (la stessa operazione necessaria in passato per aggiungere nuovi canali analogici, con la sola differenza che i moduli dovranno essere idonei al digitale); – verificare che l’alimentatore sia idoneo a fornire la maggiore energia necessaria; – verificare la compatibilità della nuova frequenza con le frequenze dei canali già presenti; – inserire eventuali convertitori per i canali incompatibili con il nuovo canale (le caratteristiche del convertitore devono essere idonee per il digitale). Infine, esiste una terza categoria definita terminali di testa “misti”, (costituita da centralini con una parte di moduli di canale ed 30 Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 2 - 2008 una parte di moduli a larga banda). In questi casi, valgono entrambe le valutazioni dei due casi precedenti. La rete di distribuzione La rete di distribuzione è la più delicata in assoluto, costituisce il sistema arterioso per la distribuzione dei segnali, inoltre è soggetta alla “manomissione” dei vari utenti. I criteri di distribuzione si possono dividere in due grandi gruppi: distribuzione in cascata e distribuzione in derivazione. All’interno degli appartamenti la distribuzione può essere a stella, in serie, mista serie/parallelo o in derivazione. Per ricevere il digitale terrestre non è necessario intervenire nella rete di distribuzione se l’impianto è stato eseguito correttamente, rispettando la regola dell’arte applicando le Norme CEI descritte nella Guida CEI 100-7. Ricordiamo che l’Articolo 4 del DM 11-11- 05 prevede che non ci siano discriminazioni, il comma 2 recita: “L’impianto centralizzato non determina condizioni discriminatorie nella distribuzione dei segnali alle diverse utenze”. Purtroppo capita spesso che nell’ambito di un condominio ci siano differenze notevoli tra i segnali presenti nelle prese TV di appartamenti diversi, ma la cosa si può verificare anche nello stesso appartamento.


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