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Fibra ottica FIGURA 4 Principio del collegamento punto-punto FIGURA 5 Distribuzione punto-multipunto a stella FIGURA 6 Distribuzione punto-multipunto ad albero devono essere calcolati con rigore. Inoltre le reti in fibra tendono a suddividere il segnale originario in modo uguale, proprio per entrare nella finestra ottica correttamente in tutti i punti, mentre le reti via cavo tendono a lavorare con dorsali e tap (derivatori), che disaccoppiano ed evitano sbilanciamenti. Lo spettro che si può distribuire con la fibra ottica può essere quello TV analogico, 14 Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 2 - 2008 TV digitale (COFDM), DVB transmodulato in QAM tra 47 e 870 MHz. Si possono ottenere grandi risultati con i segnali DVB satellitari in prima IF , che sono degli spettri QPSK tra 950 e 2150 MHz. Normalmente il segnale DVB-S lavora bene con valori di C/N > 7/8 dB, valori ampiamente superati da un link ottico con laser di piccola potenza. Il grande margine sul rumore consente di distribuire la 1ªIF Sat su fibra anche a distanze ragguardevoli (perdita da 10 a 15 dB) o, alternativamente, sfruttare un grande fattore di suddivisione (anche quello genera perdita ottica). Un trasmettitore ottico che serve 8-16 punti in analogico con C/N >50 dB può servirne 256 in digitale con un valore di C/N >20 dB. Se la fibra è adeguata per impianti dove la lunghezza dei cablaggi è considerevole, il cavo coassiale, invece, serve a fare “quantità”, ossia numero di prese d’utente. Il classico ragionamento di associare un determinato livello di uscita (ad esempio un amplificatore da 123 dBμV) ad un certo numero di prese , con la fibra non vale più. Ad un nodo ottico di ricezione può essere collegato un piccolo amplificatore da 106 dBμV per servire poche prese, oppure un finale da 126 dBμV con via di ritorno, per distribuire i segnali in un quartiere. Così il dimensionamento del sistema si basa su di un budget complessivo di resa e costo; per dare un’idea, possiamo considerare inutile avere due nodi ottici a 20 metri di distanza: è più conveniente usare il cavo coassiale; viceversa possiamo considerare “delicato” coprire 500/1.000 m con il cavo coassiale (rete ad albero con splitter e tap amplificati). Ad esempio la copertura in fibra ottica di un quartiere residenziale potrebbe avvenire con un anello esterno di pochi nodi ottici, dai quali partono delle tratte in cavo coassiale con amplificatori di linea autoalimentati. Spesso la rete ottica si limita a portare i segnali della stazione di testa “head end” a delle postazioni rilevanti quali centri elaborazione, sedi amministrative, dependance di hotel ecc. Si tratta di un “fiber to the building” inteso come rete di campus. Numerose strutture turistiche o di grande ricettività possono remotizzare la stazione di testa (antenne terrestri e SAT) e generare canali interni (informazioni/sicurezza) che poi saranno distribuiti su tutta l’area, senza bisogno di ripetere l’installazione delle antenne.


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