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Cavo in fibra ottica preintestato e pronto per la posa Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 2 - 2008 13 bassissima ( 0,2 dB/km contro 100÷200 dB/km del cavo) mentre la seconda non è necessaria (il cavo, invece, può disequalizzare da 5 a 10 dB/100 m tra inizio e fine banda). Anche la resistenza meccanica degli attuali cavi ottici armati è notevole, tanto che spesso è più delicato da posare un grosso cavo coassiale perché quest’ultimo è più rigido e sensibile agli stiramenti. La fibra, invece, richiede una maggiore esperienza nel maneggiarla, giuntarla, ecc. Inoltre per lavorare con la fibra sono necessari strumenti specifici, piuttosto costosi, il cui valore si ammortizza se i volumi operativi sono adeguati. Spesso, per giuntature una-tantum conviene affidarsi a operatori del settore piuttosto che investire in apparati e training adeguati. I segnali TV su fibra ottica Il link televisivo su fibra ottica lavora in modo tipicamente trasparente: il segnale d’antenna, amplificato e filtrato, modula direttamente l’intensità della luce del laser. Siccome i componenti fotonici sono intrinsecamente veloci, non ci sono problemi a modulare con frequenze da 1 a 2 GHz. Il comportamento dei laser genera un’elevata linearità operativa nel range di utilizzo: in linea di principio raddoppiando la corrente raddoppia la potenza ottica emessa. Si possono modulare da 20 a 40 canali TV con una profondità di modulazione del 4% e distorsioni composite di -60 dB. Anche con il fotodiodo, che converte il segnale da ottico a elettrico, al raddoppiare dell’intensità luminosa raddoppia la corrente. La linearità nei fotodiodi riceventi è eccellente e le distorsioni da intermodulazione sono tipicamente di -70 ÷ -80 dB. Sembrerebbe tutto perfetto, ma il “dazio” da pagare risiede nella piccola finestra operativa dei sistemi ottici analogici. Il range operativo di un ricevitore ottico può variare da 0 a -10 dBm ottici, quindi tra 1 e 0.1 mW di potenza ottica, ovvero di 10 volte. Inoltre il rapporto S/N peggiora rapidamente perchè un decimo di potenza ottica corrisponde a un decimo di corrente prodotta dal fotodiodo e quindi un centesimo di potenza utile RF all’uscita del ricevitore ottico. Ai 10 dB corrisponde una variazione di segnale ricevuto di 20 dB. Nella distribuzione via cavo coassiale i segnali sono soggetti a elevate variazioni di livello: ad esempio possiamo avere 70 dBμV in antenna, 125 dBμV dopo il finale, 65 dBμV alla presa utente, e quindi anche 60 dB di dinamica. Il cavo coassiale è un componente passivo e non distorce, per cui in caso di variazioni di livello non ci si pongono grossi problemi; inoltre in ogni punto si sceglie l’amplificatore adatto allo scopo. La fibra invece ha comunque bisogno di conversioni di mezzo, che sono fonte di distorsioni; inoltre la rosa dei prodotti disponibile è ristretta, si evitano TX troppo potenti (molto costosi) anche se potrebbero portare giovamento. Ne consegue che i livelli di pilotaggio e la complessità della rete ottica


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