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Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 4 - 2009 17 elevate sono: maggiore robustezza nei confronti del rumore impulsivo; inferiori livelli di densità di potenza fuori banda; opzione di interpolare in frequenza solo tra le configurazioni pilota (a causa della vicinanza delle portanti). Da notare che gli studi attuali sembrano indicare che il rumore di fase sia controllabile anche per il 32K. Nel DVB-T2 i modi 16K e 32K sono proposti per le configurazioni di rete SFN. Il valore di 1K è invece utilizzabile per trasmissioni in condizioni di elevata variabilità temporale e in canalizzazioni ridotte (es.: 1,7 MHz). Dimensioni degli intervalli di guardia Le possibili frazioni che definiscono gli intervalli di guardia sono state estese, rispetto al DVB-T, con particolare attenzione verso valori più bassi (in corrispondenza con l’estensione verso livelli più elevati di FFT), per consentire una riduzione di overhead e una maggiore flessibilità. Possono assumere i seguenti valori: 1/128, 1/64, 1/32, 1/16, 19/256, 1/8, 19/128,1/4. Costellazioni Per quanto riguarda le costellazioni di modulazione utilizzabili, lo standard DVB-T2 aggiunge a quanto previsto nella specifica DVB-T (QPSK, 16-QAM, 64-QAM), la tecnica 256-QAM (figura 2) che permette il trasferimento di 8 bit per simbolo. Ciò è reso possibile dalla maggiore efficienza della codifica FEC basata sui codici LDPC utilizzati dal DVB-T2 rispetto a quelli adottati per il DVB-T: tale efficienza garantisce la possibilità di operare come se i rapporti segnale/ rumore fossero maggiori di quelli effettivi. Costellazioni ruotate Il codice LDPC del DVB-T2 permette di operare con configurazioni a più alto rapporto di codifica rispetto al DVB-T - e quindi a più alta efficienza spettrale - a patto che il canale radio non sia affetto da profonde attenuazioni selettive in frequenza. In tale caso, infatti, indipendentemente dal tipo di FEC utilizzato, per ottenere prestazioni adeguate può essere necessario aumentare la ridondanza del FEC, riducendo così la capacità trasmissiva. Per ovviare a tale inconveniente e poter utilizzare i codici LDPC ad alto tasso di codifica anche in presenza di canali selettivi in frequenza, lo standard DVB-T2 prevede una nuova tecnica, alternativa alla ridondanza di codifica: le cosiddette costellazioni ruotate. Nelle costellazioni tradizionali, le coordinate dei differenti punti sono allineate orizzontalmente (per ordinata) o verticalmente (per ascissa). Ne risultano più punti aventi la stessa ascissa o la medesima ordinata. La distinzione tra due di questi punti è possibile solo con entrambe le coordinate, non essendoci correlazione tra i due assi. Con la tecnica di rotazione, la costellazione prescelta è ruotata nel piano complesso “I-Q” in modo tale che non esistano più punti con una coordinata uguale. Ciascuna coordinata del sistema ruotato è quindi sufficiente per riconoscere il punto della costellazione e le doppie coordinate (ascissa ed ordinata di ciascun punto) risultano quindi ridondanti. Ad esempio per un sistema 16 QAM i punti della costellazione dopo rotazione assumono per ascissa ed ordinata 16 valori distinti (figura 4b). Di per se questa tecnica non dà vantaggi, ma grazie all’introduzione di un ritardo ciclico per l’ordinata Q prima dell’interleaving in tempo e frequenza (figura 4a), ascissa e ordinata di ciascun punto sono trasferite su differenti celle OFDM. FIGURA 4 a) b) a) Costellazione 16 QAM ruotata, prima del ritardo ciclico di Q b) Costellazione 16 QAM ruotata, dopo il ritardo ciclico di Q. Vi sono 16² = 256 stati possibili


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