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Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 4 - 2009 13 gli overhead (ad esempio i sincronismi e la protezione dagli errori) in modo da ottenere un sistema con prestazioni il più possibile prossime al limite teorico e con caratteristiche trasmissive ottimali. Indicativamente, rispetto al DVB-T, con il DVB-T2 è possibile aumentare la capacità del canale del 30-50%. Il DVB-T2 introduce anche tutta una serie di nuove tecniche, come la possibilità di utilizzare in trasmissione antenne multiple in modalità MISO, per sfruttare al meglio le risorse. Il DVB-T2, come il DVB-S2, è una piattaforma di seconda generazione di complessità ragionevolmente accessibile con le tecnologie attuali e con prestazioni e flessibilità molto superiori rispetto al precedente sistema DVB-T. Si avvantaggia di un “guadagno”, rispetto ai sistemi di prima generazione, spendibile in due modi: – aumento dell’efficienza spettrale; ovvero più bit/s/Hz. In altri termini, a parità di banda, più canali TV oppure canali TV a qualità più elevata; – aumento dell’efficienza energetica; ovvero maggior copertura del territorio a parità di siti trasmittenti e della loro potenza; oppure diminuzione della potenza dei siti a parità di copertura del territorio. Nella figura 1 è illustrata la curva capacità/ prestazioni per i sistemi DVB-T e DVB-T2. Come si vede dal grafico, il guadagno del DVB-T2 può consistere in un aumento del 45÷50 % di capacità trasmissiva (in verticale) o, in alternativa, in 5÷6 dB aggiuntivi di rapporto segnale/rumore (in orizzontale) rispetto alle prestazioni assicurate dal precedente DVB-T. Le motivazioni della scelta sul come spendere il “guadagno” sono dettate dalla spinta concorrenziale provocata dalle esigenze di mercato, che tendono generalmente verso l’aumento dell’offerta di “canali” oppure verso “canali” a maggiore qualità (HDTV). Le nuove piattaforme per diffusione verso terminali fissi (terrestre e satellitare) sembrano pertanto volte essenzialmente a preferire l’aumento dell’efficienza spettrale a parità di banda occupata e di impianti trasmissivi, con la motivazione “forte” di sostituire la televisione a qualità standard con quella ad alta definizione. Tutto ciò a parità di risorse frequenziali e (quasi) a parità di programmi. In alternativa, restando nel campo della qualità standard, la triplicazione dei programmi. Nel caso terrestre, quest’ultima motivazione dovrebbe far risuonare le corde di tutti gli attori della filiera televisiva, in tempi di redistribuzione delle risorse frequenziali terrestri a favore di servizi differenti Storia del DVB-T2 Nel 2006 nasce, in ambito DVB, un gruppo di lavoro ad-hoc che dovrà definire una nuova piattaforma per la televisione digitale terrestre. Il gruppo è denominato TM-T2, è coordinato da N. Wells della BBC Research. Il primo obiettivo del gruppo è l’analisi delle possibili nuove tecnologie di interesse per una nuova piattaforma dedicata al digitale terrestre; sulla base di questi risultati il modulo commerciale del DVB svilupperà i requisiti commerciali richiesti al futuro standard. Nell’aprile 2007, dopo l’approvazione del documento di specifica dei requisiti commerciali, viene lanciata una richiesta di proposte tecniche volte al soddisfacimento di detti requisiti. Nel giugno 2007 vengono raccolte 31 proposte, fra cui quella del Centro Ricerche Rai e nel luglio 2007 iniziano le attività di standardizzazione vera e propria, suddivisa in 5 aree tecniche: – System (F. Herrmann, Panasonic,) – MUX&Interleaving (A. Morello, Rai) – Signalling, Synchronisation e Sounding (A. Filippi, Philips) – Modulazioni (P. J. Bouvet, NXP) – PAPR ( R. Rajagopal, AMD) Nel giugno 2008, dopo un anno di intenso lavoro, cui hanno partecipato attivamente circa 70 esperti appartenenti a più di 40 aziende, il DVB vara il “Blue- Book A122” che costituisce il DVB-T2, lo standard di seconda generazione per la televisione digitale terrestre, e lo propone in ETSI per divenire “Norma Europea”. Riguardo ai primi test in laboratorio e sul campo, nel mese di novembre 2008 la Rai ha attivato dal Centro Trasmittente di Torino- Eremo la prima trasmissione in Italia di HDTV digitale terrestre basata sul DVB-T2. L’iniziativa è stata condotta dal Centro Ricerche Rai, in collaborazione con l’operatore di rete RaiWay SpA, l’italiana ScreenService SpA e la spagnola SIDSA, che tra i primi hanno sviluppato rispettivamente il trasmettitore e il ricevitore DVB-T2. Entro il 2009 è prevista la produzione dei microcircuiti commerciali e in seguito la commercializzazione dei primi decoder. La Gran Bretagna prevede l’utilizzo del sistema per il lancio, entro la fine del 2009, del nuovo servizio HDTV terrestre. Alberto Morello, direttore del CRIT, Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica RAI di Torino


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