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DVB-T2 dalla televisione. Per ottenere i vantaggi sopramenzionati e, segnatamente per il lancio di servizi di diffusione televisiva ad alta definizione, che avverrà in maniera significativa nei prossimi anni, non è tuttavia sufficiente l’aumento di efficienza spettrale offerto dalla piattaforma di diffusione. Il quadro è completato dalla possibilità di adottare la codifica di sorgente MPEG-4 AVC che può portare ad un risparmio, in termini di bit-rate e a parità di qualità, superiore al 50%. L’MPEG-4 AVC è naturalmente applicabile sia a programmi HDTV che SDTV e richiede, come del resto il DVB-T2, il rinnovo del parco dei ricevitori d’utente, comunque di costo irrilevante rispetto a un televisore a schermo piatto. Requisiti commerciali del sistema DVB-T2 Per comprendere le scelte tecniche operate dal gruppo di standardizzazione, è necessario conoscere i requisiti commerciali che le hanno guidate. I principali requisiti definiti dal modulo commerciale del DVB per lo standard 14 Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 4 - 2009 di seconda generazione di TV digitale terrestre comprendono i seguenti aspetti: – utilizzo degli impianti d’antenna domestici esistenti e dell’attuale infrastruttura di trasmettitori. Questo requisito evita il rinnovo degli impianti riceventi domestici ed ha però impedito l’adozione di tecniche di trasmissione basate sulla ricezione con antenne multiple (MIMO), che pur offrono grandi vantaggi nella radiocomunicazione terrestre, limitando le innovazioni alla definizione di un sistema ad antenne trasmittenti multiple (MISO); – incremento di almeno il 30% della capacità trasmissiva rispetto al DVB-T, pur con gli stessi vincoli di occupazione spettrale; – prestazioni superiori per SFN; – meccanismi per fornire caratteristiche di robustezza in funzione del tipo di servizio. Ad esempio è possibile, sullo stesso canale a radiofrequenza, “tagliare” servizi per la ricezione fissa con antenna sul tetto e altri servizi per la ricezione su apparati portatili; – flessibilità relativamente a frequenze operative e larghezza di banda; TABELLA 1. REQUISITI DEL DVB-T2 Requisiti Caratteristiche richieste alle specifiche DVB-T2 Tipi di ricezione Ricezione fissa con possibilità di configurazioni (come DVB-T) per ricezioni portatili e mobili Vincoli frequenziali Trasmissione entro i livelli di interferenza e le maschere spettrali definite in “GE06 Agreement, Geneva 2006” e senza ulteriori interferenze rispetto al DVB-T Capacità trasmissiva Massimo incremento della capacità trasmissiva netta rispetto al DVB-T in simili condizioni, (almeno del del 30% per ogni canale) con migliori caratteristiche di robustezza Trattamento dei flussi Trasporto dell’MPEG2 Transport Stream ed anche del GSE (Generic Stream Encapsulation) definito dal DVB; Trasporto simultaneo di più flussi di trasporto DVB in un singolo canale; Possibilità di un’efficiente multiplazione statistica dei flussi in ingresso; Conseguenti modifiche alle SI (Service Information) del Transport Stream da recepire nelle specifiche DVB SI Robustezza Maggiore robustezza, rispetto al DVB-T, nei confronti di interferenze provenienti da altri trasmettitori, incrementando con ciò la possibilità di riuso delle frequenze. Differenti livelli di protezione da applicare uniformemente a tutti i dati del “Transport Stream” trasportato dal DVB-T2 in un particolare canale. Possibile applicazione separata di differenti livelli di protezione a ciascun servizio all’interno del “Transport Stream” trasportato in un particolare canale. Quando viene trasportato più di un TS, il DVB-T2 deve offrire una scelta di differenti livelli di protezione da applicare separatamente per ciascun TS. Q.o.S. che assicuri, attraverso l’intero canale, non più di un grave disturbo (corrupted event) (audio o video) per ciascuna ora di ciascun servizio HDTV e SDTV. Prestazioni nei confronti di rumore impulsivo sostanzialmente migliori di quelle del DVB-T Velocità di adattamento Rivelazione automatica, entro 0,5 s, delle variazioni delle opzioni di modulazione. Sebbene il ricevitore potrebbe non essere in grado di adattarsi automaticamente (seamless changeover); Non più di 0,3 s di ritardo addizionale nello zapping (cambio canale), rispetto a DVB-T Ri-uso infrastruttura DVB-T Ri-uso dei siti e tralicci di trasmissione, antenne e cavi delle installazioni domestiche usati per il DVB-T Costi Riduzione, rispetto al DVB-T, del costo dei trasmettitori, a parità di potenza, sia in termini di investimento sia di costi di gestione. Economicità nella realizzazione della copertura di aree locali, regionali e nazionali nel contesto della normative sull’allocazione delle spettro radio. Ad esempio ottimizzando I costi delle infrastrutture e l’uso dello spettro con tecniche SFN e/o MFN SFN Realizzazione di reti SFN su scala più larga rispetto al DVB-T. In una rete SFN la massima distanza tra trasmettitori adiacenti deve essere incrementata di almeno il 30% rispetto a quella offerta da un DVB-T con modalità 8K ed il medesimo livello di mutua interferenza. Sviluppo di “gap filler“ economici e conformi alla normative allo scopo di una agevole copertura indoor


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