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Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 4 - 2013 71 iniziale, il Museo di Trento ha lanciato il concetto di interazione, che consente agli ospiti di immergersi nel contesto circostante. I visitatori possono toccare delicatamente gli animali esposti, sfiorarne ad esempio le piume o la pelle per avvertine la natura, la consistenza. Non solo, la visita diventa ancora più intensa quando, grazie a dei sensori o sonde laser che rilevano la presenza di persone, fanno partire dei suoni che richiamano i versi degli animali posizionati in quella determinata area del museo. Sono diversi, oltretutto, i piccoli percorsi istituiti in mezzo alla natura che, attraverso un mix di suoni e proiezioni video, consentono al visitatore di vivere un’esperienza unica nel suo genere». Oltre 40 km di cablaggio non invasivo Per avere contezza di quanto sia grande l’opera realizzata per il Museo di Trento, basta scorgere velocemente la tabella riportata di fianco relativa ai dispositivi impiegati per la progettazione. «A bocce ferme, al termine del processo installativo, ripercorrendo un po’ di cifre ci siamo resi conto di quanto è stato prodotto – continua nel suo intervento Angelo Nicolosi. A spiegarlo, basta solo il dato relativo al cablaggio, realizzato interamente dal nostro team di lavoro. Considerando che abbiamo Dispositivi attivi 12 ore al giorno L’inaugurazione del museo con i nuovi impianti installati, che ha visto la struttura aperta per 24 ore di seguito, ha annotato la presenza di circa 30mila persone; da allora, si registrano quotidianamente flussi di visitatori che superano le 2.000 persone con dei picchi, durante il weekend, di oltre 3.000 visitatori. «Dal giorno dell’inaugurazione ad oggi sono passati oltre sei mesi e, ad oggi, la risposta dell’impianto è stata ottima – ci dice Angelo Nicolosi. Se pensiamo che i dispositivi lavorano in media oltre 12 ore al giorno, a distanza di molti mesi possiamo immaginare lo “stress” al quale vanno incontro queste macchine. Eppure, non è stata annotata alcuna criticità». impiegato circa 80 metri di cavo a tratta, per 500 punti di rete, si parla di oltre 40 km di cavo UTP, oltre a 20 km destinati ai cavi di alimentazione. Ogni postazione progettata dal pool di architetti di Renzo Piano, è stata raggiunta con dei cavi di acciaio, fatti scendere punto per punto , con un cablaggio molto puntuale, oltretutto interamente nascosto affinché non risultasse invasivo in un contesto che rievoca la natura e le meraviglie ambientali. Naturalmente, per far fronte alla complessità dell’opera, Il Tunnel del Ghiacciaio, un’area che presenta otto videoproiettori super wide angle 16:9, sulle cui pareti vengono proiettati i filmati in HD.


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