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Rumore impulsivo La ricezione DTT può essere disturbata da interferenze “impulsive” tipicamente prodotte da dispositivi elettrici domestici come relè, interruttori, termostati, motori elettrici, motori di veicoli e altri. Gli effetti di queste interferenze producono un innalzamento della soglia di demodulazione: pertanto possono manifestarsi effetti di freeze (congelamento) dell’immagine, apparire gli effetti dei blocchi, oppure può interrompersi il suono in modo intermittente in corrispondenza dei picchi del rumore impulsivo. Il meccanismo con cui opera questo tipo di interferenza può essere così spiegato. Il segnale impulsivo interferente non si somma direttamente al segnale poiché questo è ben schermato dalla calza del cavo coassiale. Ma è la calza stessa che porta tale impulso verso l’antenna. Il cavo viene connesso all’antenna sul traslatore di impedenza, definito “balun”. Se questo dispositivo non produce un disaccoppiamento sufficiente, il rumore che arriva tramite la calza si propaga sul conduttore centrale tornando al ricevitore e disturbando la demodulazione. Questo effetto può quindi essere limitato con un aumento di disaccoppiamento sui balun delle antenne, ricorrendo per esempio a quelle di tipo “bilanciato” e, naturalmente, assicurando sufficiente separazione nelle prese, derivatori e dispostivi comunque impiegati nelle reti di distribuzione domestiche. Quando queste interferenze sono causate dai motori dei veicoli è possibile pensare a un posizionamento diverso dell’antenna in modo che risulti schermata rispetto alla direzione di provenienza del disturbo mantenendo, ovviamente, la visibilità ottica con il trasmettitore televisivo. Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 1 - 2008 11 I parametri misurabili La possibilità di installazione nelle abitazioni domestiche dei servizi televisivi analogici e digitali passa attraverso la necessità di rendere funzionali i servizi stessi. La funzionalità del servizio deve quindi poter essere dimostrata in modo oggettivo attraverso la misura dei parametri indicativi della funzionalità stessa. Probabilmente, nella DTT, il più importante e significativo tra tutti i parametri misurabili è quello che viene definito “margine di decodifica” e rappresenta la quantità di potenza del segnale che eccede il valore minimo indispensabile ad un ricevitore digitale per poter decodificare il segnale stesso. La quantificazione del “margine” passa quindi attraverso altre misure che ora andiamo a considerare. La misura del “livello” Il primo e più semplice parametro da verificare è il ‘livello’ del segnale, inteso come sua ampiezza o intensità di potenza. Tipicamente viene misurato in dBμV. Mentre in un segnale analogico la potenza misurata è riferita al valore di picco di sincronismo del segnale PAL, nel caso della DTT la potenza complessiva rappresenta la somma della potenza di tutte le portanti del canale COFDM e non la singola portante. Nei segnali DTT possiamo trovare valori molto più bassi rispetto ai segnali analogici poiché le potenze di emissione al trasmettitore possono essere più basse. Ecco alcune osservazioni al riguardo: – il livello minimo per la DTT, pari a 47 dBμV, è riferito alla situazione in cui il decoder digitale è direttamente collegato al cavo d’antenna tramite la presa d’utente; questo livello è quello presente alla presa e coincide con quello in ingresso al decoder. – il livello minimo per la DTT, pari a 52 dBμV è consigliato quando prima di entrare nel decoder digitale terrestre il segnale passa attraverso un altro dispositivo (VCR, decoder satellite o altro). E’ indispensabile tenere conto di quelle attenuazioni e quindi delle figure di rumore che si aggiungono nei vari passaggi prima di arrivare al demodulatore utile. Questo valore è quello misurato all’ingresso del decoder. – Naturalmente i valori precedenti sono raccomandati ma potrebbe essere necessario modificarli in funzione della configurazione del sistema ricevente. – E’ anche logico che per la ricevibilità di tutti i segnali, sia analogici che digitali, i valori riportati devono essere soddisfatti su tutti i segnali distribuiti. – Se i segnali digitali arrivano con buona potenza, mentre gli analogici arrivano con potenza inferiore, potrebbe essere necessario amplificare questi ultimi: una eventuale distorsione non lineare per la grande amplificazione richiesta sarà tollerabile nei segnali analogici ma non in quelli digitali poiché potrebbe portare il decoder digitale a lavorare in zona di saturazione e quindi porterebbe i pacchetti digitali a entrare in sofferenza.


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