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switch-off Il passaggio alla TV digitale: l’avvio* Ospitiamo un contributo della Fondazione Ugo Bordoni che analizza le problematiche connesse a questa rivoluzione epocale rispetto a quanto è accaduto in Sardegna dove tale rivoluzione digitale è già una realtà. Entro la fine del 2012 tutta l’Italia sarà “digitale”: le trasmissioni televisive potranno essere ricevute solo se l’utente si sarà dotato di un decoder o di un televisore con decoder integrato. Eh sì... ormai rimaneva solo lei, ... la “vecchia” cara televisione. Tutti gli strumenti di comunicazione avevano ormai effettuato da diverso tempo il passaggio dalla iniziale tecnica analogica a quella innovativa digitale. Le motivazioni che spingevano in tale direzione erano numerose: di tipo industriale (la possibilità di utilizzare le tecnologie informatiche, così rapide nella loro evoluzione, per gestire i segnali) oppure legate alla comunicazione e alla fruizione (l’apertura a nuove forme di servizio, l’interattività, la possibilità dell’alta definizione, l’EPG ovvero la guida elettronica dei programmi). Sicuramente però uno stimolo rilevante a mettere in campo le energie e gli interessi dei principali attori in gioco è derivato dalle considerazioni di carattere tecnico-economico. Il passaggio al digitale consente infatti di ottenere vantaggi enormi per l’intero sistema televisivo per effetto della maggiore efficienza nell’uso dello spettro elettromagnetico. 6 Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 2 - 2009 Nel seguito, oltre ad accennare a tali aspetti, considereremo anche le problematiche connesse a questa rivoluzione epocale. E lo faremo esaminando proprio quanto accaduto in quella regione d’Italia dove tale rivoluzione digitale è già una realtà: la Sardegna dove lo switch-off totale dei segnali analogici e il contemporaneo avvio delle trasmissioni unicamente in digitale si è concluso il 31 ottobre 2008 con il coinvolgimento di tutti i 377 comuni sardi e di oltre 1.600.000 cittadini. E’ stato l’avvio del grande conto alla rovescia che porterà tutto il Paese entro la fine del 2012 allo spegnimento di ogni segnale analogico: la Sardegna ha costituito una sorta di grande laboratorio di sperimentazione sia dal punto di vista tecnico che organizzativo, propedeutico per la definizione di una serie di procedure che dovranno essere poi riproposte nel resto d’Italia: una sorta di “modello”, il “modello Sardegna”. La sfida che attende nei prossimi anni quanti già sono stati protagonisti in Sardegna è estremamente impegnativa. Sarà necessario operare “in parallelo” su più aree tecniche in zone diverse del Paese, sarà Figura 1A. In una rete MFN, i trasmettitori non possono coprire aree vicine se lavorano sulla stessa frequenza, per evitare l’interferenza reciproca Figura 1B. In una rete SFN gli stessi trasmettitori possono coprire anche aree che si sovrappongono pur utilizzando la stessa frequenza


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