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impatto sugli impianti di ricezione singoli (quasi esclusivamente a larga banda) e sugli impianti di ricezione centralizzati a larga banda. Tale adeguamento, invece, potrebbe essere origine di difficoltà di ricezione nel caso di impianti d’antenna centralizzati dotati di filtri o antenne di canale (impianti non a larga banda) o sulle procedure di sintonizzazione dei decoder. I filtri di canale nei centralini di antenna possono attenuare o eliminare una buona parte delle portanti digitali, compromettendo la ricezione del multiplex da parte dei decoder. La Figura 5 mostra il caso di un multiplex digitale trasmesso sul Ch 7 VHF europeo, correttamente ricevuto dall’antenna ma tagliato drasticamente prima di essere inviato al decoder dalla presenza nell’impianto di un filtro passa banda sintonizzato sul Ch E italiano. L’adeguamento alla canalizzazione europea può causare problemi di sintonizzazione anche ad alcuni modelli di decoder. Infatti, in alcuni modelli di decoder l’impostazione in fase d’installazione dell’Italia come paese comporta la sola scansione della canalizzazione italiana; come conseguenza può accadere che alcuni modelli non riconoscano la presenza di multiplex digitali trasmessi in bande non perfettamente coincidenti con quelle attese, quali le bande della canalizzazione europea che hanno frequenze centrali leggermente diverse e che gli utenti non ricevano i relativi programmi. D’altra parte, come previsto dall’apposita Delibera n. 216/00/CONS dell’AGCOM, i sintonizzatori televisivi devono essere in grado di ricevere tutti i segnali sia con Figura 5. Possibile effetto del filtro di canale nella Banda III VHF Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 2 - 2009 11 Aspetti tecnici della transizione e possibili criticità Come abbiamo visto, nel caso più generale, durante lo switch-off in Sardegna le emittenti sono passate a reti SFN e hanno cambiato la propria frequenza di emissione. La transizione ha comportato l’adeguamento della canalizzazione nella Banda III VHF, dalla canalizzazione italiana a quella europea, secondo quanto disposto dalla Conferenza di Ginevra del 2006 (si veda la Tabella 3 per i dettagli). Queste modifiche possono causare difficoltà di ricezione da parte degli utenti, essenzialmente legate all’impianto di ricezione televisiva domestica e alla sintonizzazione dei programmi televisivi digitali con il decoder. Per quanto riguarda la prima classe di criticità, in generale non è necessario sostituire le antenne, in quanto gli impianti di ricezione per la televisione digitale terrestre sono identici a quelli usati per la ricezione analogica: le attuali antenne (nelle Bande III, IV e V) e la rete di distribuzione dalle antenne agli interni degli edifici con gli opportuni dispositivi intermedi (derivatori, partitori, amplificatori, miscelatori/demiscelatori, attenuatori, filtri, ecc.) sono generalmente adatti anche alla ricezione digitale. Si osservi tuttavia che, in alcuni casi, la frequenza su cui un’emittente passa al momento dello switch-off potrebbe essere in una banda differente dalla banda precedentemente utilizzata in un certo sito di emissione e ciò può causare problemi di ricezione agli utenti che non dispongano già di un’antenna o di un filtro nella banda su cui è irradiato il segnale digitale. Tale situazione richiede ovviamente l’intervento di un tecnico per il montaggio di un’antenna supplementare o la sostituzione/montaggio di un filtro. Per quanto concerne invece l’adeguamento alla canalizzazione europea della Banda III VHF, in generale tale operazione non ha


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