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Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 3 - 2013 29 FIGURA 2. CHANNEL POWER Misura del Livello RF La potenza del segnale digitale è misurata sempre in dBμV, ma ha un significato diverso rispetto all’analogico. In un segnale analogico esprime la tensione vera e propria misurata all’ingresso del misuratore di campo, ma solo della portante video, ed è assodato che occorra un certo valore (circa 1 millivolt, pari a 60 dBμV) per avere un’immagine di qualità. Nel segnale digitale riguarda una misura ricavata dalla potenza media, correlata alla larghezza di banda del filtro di misura dello strumento non essendo possibile, ovviamente, misurare tutte le 8mila portanti del segnale. Il risultato è comunque espresso in dBμV, unità familiare e ben conosciuta. Da sottolineare: - la potenza del campo ricevuto è poco importante nel DVB-T. Deve soltanto superare un livello minimo richiesto che si aggira sui 40 dBμV, dopo di che non ha nessuna influenza sulla qualità; anzi, occorre evitare che livelli troppo elevati possano degradare e saturare i decoder e le caratteristiche del segnale ricevuto; - con le equivalenze indicate in Figura 4 si può passare molto velocemente dai dBm ai dBμV e viceversa: basta aggiungere, o togliere, il numero fisso 108,7, valido per 75 Ohm; nel caso di sistemi a 50 Ohm, il numero fisso è 107. Comunque in tutti gli strumenti si può selezionare l’unità di misura preferita: dBm oppure dBμV. La modulazione DVB-T La modulazione è dello stesso tipo per ogni portante ma trasporta spezzoni diversi dell’informazione binaria e quindi le ampiezze e le fasi delle varie portanti sono diverse tra loro e questo dà luogo alla rappresentazione confusa dello spettro che sembra avere una barba come il rumore. In effetti gli è molto simile, in quanto l’informazione è casuale e casualmente variabile, tanto che gli inglesi hanno coniato la dizione “noise like signal”, segnali simili a rumore, che rende l’idea della completa irriconoscibilità del segnale dentro allo spettro. Il rumore captato dall’antenna, o le interferenze, fanno oscillare casualmente il vettore della portante all’interno del quadratino di appartenenza; se il rumore aumenta di ampiezza, possono farlo sbalzare fuori ed allora ci sarà un errore e l’immagine video diventerà irriconoscibile di colpo, senza alcun preavviso. Invece in un segnale analogico il rumore, o le interferenze, hanno un’azione progressiva, immediatamente visibile sul segnale. Nel caso del segnale digitale, osservando solo lo spettro e la potenza ricevuta non si capisce quando le varie portanti sono ricevute correttamente, perché non sappiamo quanto è il rumore, o il disturbo, e come esso FIGURA 3. MISURA DEL LIVELLO RF Con le equivalenze indicate in figura si può passare dai dBm ai dBμV e viceversa: basta aggiungere, o togliere, il numero fisso 108,7, valido per 75 Ohm; nel caso di sistemi a 50 Ohm, il numero fisso è 107. GURA Un segnale digitale è composto da migliaia di portanti; per questo si ha l’impressione, con uno strumento, di vedere uno spettro continuo. Il livello del segnale è la somma di tutte le portanti. Sulla destra viene evidenziato lo spazio, pari a 1.116 Hz, presente fra ogni portante.


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