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La parola al committente Dalla viva voce di Lavinia Del Longo, coordinatrice del progetto MUSE Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 4 - 2013 75 Dopo un’installazione così imponente, abbiamo deciso di ascoltare la voce di chi l’impianto lo vede in azione quotidianamente. Lo abbiamo fatto con Lavinia Del Longo, responsabile sviluppo del Museo delle Scienze di Trento: «Il Museo di Storia Naturale di Trento trova la sua origine alla fine ‘800 e nei secoli ha cambiato diverse sedi – ci racconta Lavinia Del Longo. Negli ultimi trent’anni ha svolto la propria attività in una sede storica della città, a palazzo Sardagna, un edificio rinascimentale prestigioso, corredato da affreschi e stucchi oltre a caminetti e portali in pietra. Un aspetto, questo, che poneva diversi vincoli sugli allestimenti e ne limitava l’ammodernamento della struttura, severamente protetta dalle Belle Arti; oltretutto era piuttosto limitato nelle dimensioni, con poco spazio espositivo e capacità d’espansione pressoché nulla». La svolta: verso un concetto di museo moderno «È stato a partire dal 1992, sotto la guida del nuovo direttore Michele Lanzinger attualmente in carica, che il museo ha imboccato una strada di crescita radicale, passando dalla versione tradizionale ad un concetto moderno di museo. Una rivoluzione partita gradualmente e protrattasi per una decina di anni, istituendo i servizi educativi, promovendo le mostre temporanee, in particolare quelle interattive, creando dei veri e propri eventi legati all’attività del museo. Dopo un’intensa ricerca fatta attraverso la visita a diversi musei sparsi per il mondo, e l’analisi dei cosiddetti centri della scienza, è maturata l’idea di trovare una sede adeguata per un museo che fosse il più possibile all’avanguardia. Così, grazie anche al supporto delle istituzioni, è partita tutta la progettazione del nuovo Museo delle Scienze di Trento. Bisogna entrare nell’ottica che i musei che non sono solo luoghi espositivi, ma rappresentano anche spazi vivaci, pertanto interattivi e fortemente comunicativi. Per tale ragione, per il nuovo MUSE, abbiamo immediatamente pensato ad un allestimento di forte impatto, prevedendo l’inserimento delle nuove tecnologie; addirittura abbiamo realizzato un vero Fab Lab (Fabrication Laboratory) all’interno, un laboratorio di tipo informatico per lo sviluppo della creatività e dello spirito di innovazione dei giovani visitatori». Aperto il fronte alla tecnologia «L’idea di base è stata quella di creare degli allestimenti completamente nuovi, inediti anche nel panorama dei musei a livello internazionale – prosegue Lavinia Del Longo. Abbiamo subito pensato a delle installazioni immersive, con l’uso di videoproiezioni di grandi dimensioni, possibili anche grazie alle scelta di alcuni tra i modelli proposti da Panasonic, che potessero in modo del tutto innovativo coinvolgere in modo globale il visitatore nel suo percorso esplorativo all’interno del museo. Tutto è stato possibile grazie ad un grande lavoro di squadra, fatto con dedizione professionale e grande passione, che è riuscito anche a bypassare le classiche divergenze che solitamente nascono tra le esigenze funzionali e quelle estetiche». sono stati installati otto videoproiettori super wide angle 16:9, per una doppia proiezione a 180 gradi che simula un volo d’aquila sopra le cime delle più alte vette alpine. Sulle pareti del tunnel, infatti, vengono proiettati due filmati in HD, lasciando il campo ad immagini mozzafiato e regalando al visitatore l’emozione realizzata dalla travolgente visione di diversi scenari, sempre accompagnata dall’audio sincronizzato. Infine, nello spazio denominato Time Machine, viene ripercorsa la storia della presenza dell’uomo nella regione alpina dal periodo paleolitico all’età dei metalli, ricostruita con vari passaggi. In questo caso sono stai impiegati 6 videoproiettori wide angle che proiettano le immagini su delle lastre di vetro inclinate e semitrasparenti disposte a 360° intorno ai visitatori». In linea con la tecnologia di ultima generazione «La chiave del successo di tutta la progettazione è stata senza dubbio la fase pre installativa – ci tiene a sottolineare Gabriele Magagna - durante la quale tutta la macchina organizzativa ha saputo mettere in pista le sinergie giuste per iniziare il lungo lavoro che poi è stato fatto per portare a termine la progettazione. Non solo, per dare l’idea di quanto fosse importante produrre il meglio per la riuscita del progetto, basti pensare che in alcune circostanze, dopo aver collaudato dei dispositivi AV a progetto, sono stati sostituiti con altri prodotti di ultima generazione, per soddisfare l’esigenza dello spazio espositivo». Si ringraziano per la collaborazione: Panasonic – www.business.panasonic.it Acuson – www.acuson.it MUSE, Museo delle Scienze – www.muse.it


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