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Videoproiezione LA PRODUZIONE riflettente neutra su tutta la gamma cromatica, senza introdurre dominanti. «L’uniformità e la colorimetria di una tela – ci spiega Paolo Pegoretti, direttore esecutivo di Screenline – di per sé sono già due ottime caratteristiche di qualità, devono essere otticamente perfette. Tele di modesta qualità presentano effetti spot e difettano di omogeneità riguardo al loro potere riflettente; in questo caso, a volte, si tratta di tele prodotte per altri usi, come le tende filtranti e oscuranti oppure quelle utilizzate per le scenografie. Ovviamente costano meno, addirittura fino a cinque volte meno e, peggio ancora, non sono adeguate. Anche la risposta neutra alla gamma cromatica è una caratteristica determinante; nel tempo, non deve ingiallire. Non dobbiamo poi dimenticare l’aspetto legato alla sicurezza: tutte le nostre tele provengono da un unico 44 Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 4 - 2013 fornitore, una multinazionale francese, sono tutte certificate M1, M2 e B1. Ciò significa che in caso d’incendio non prendono fuoco e non intossicano». La scelta dello spessore della tela è parte del know how che possiede un costruttore. «Si tratta di un parametro critico – commenta Pegoretti – lo spessore varia da 0,22 a 0,70 mm a seconda della destinazione d’uso. La scelta deve essere ben ponderata perché incide sulla planarità dello schermo: bisogna trovare lo spessore che permetta al PVC di muoversi, ma senza dilatarsi troppo rischiando di generare le pieghe». Riguardo al potere riflettente, non esistono procedure standard che consentano la misura oggettiva di questo parametro. Ogni produttore dichiara il guadagno dei propri schermi in maniera arbitraria, e i valori fra produttori diversi non sono raffrontabili. Un discorso lavorazione diventa manuale: con un getto di aria compressa l’operatore elimina le eventuali bave, controlla la perfetta planarità e verifica che la superficie sia levigata per non creare danni alla tela». La superficie del rullo presenta un incavo longitudinale, per tutta la lunghezza. In questo incavo viene posizionato l’inizio del telo; se non ci fosse, fra la superficie del rullo e l’inizio del telo si formerebbe uno scalino che, ad ogni giro, segnerebbe il telo stesso andando a generare quello che viene chiamato effetto tapparella. Lungo questo incavo l’operatore posiziona un biadesivo molto sottile (Figura 6), utilizzato in ambito aereonautico, che dopo pochi giorni cristallizza: così la tela non si stacca più dal rullo. Infine, viene inserito il motore Somfy (Figura 7) e il fianchetto di coda. Si procede quindi all’assemblaggio del telo. Assemblaggio del telo alla meccanica Il cassonetto (Figura 8) è formato da due profili: il coperchio anteriore e quello posteriore che ospita il rullo con il motore. Prima di rimuovere la pellicola di biadesivo posta sul rullo, l’addetto al montaggio effettua un ulteriore controllo del telo e del rullo. Quindi Figura 6. La superficie del rullo presenta un incavo longitudinale, per tutta la lunghezza. Lungo questo incavo l’operatore posiziona uno speciale biadesivo. Figura 7. L’inserimento del motore Somfy all’interno del rullo: per facilitare l’operazione viene utilizzato del talco.


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