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Figura 2a Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 4 - 2013 19 di riprodurre un’ampia gamma di frequenze; fondamentalmente potremmo parlare di diffusori mono-via. Una caratteristica interessante che si riscontra in questo tipo di diffusori è la risultante delle medie dei singoli componenti, che produce una risposta finale piuttosto omogenea. Dobbiamo considerare che ogni componente, ogni trasduttore, possiede minime caratteristiche di unicità che lo fanno suonare lievemente diverso l’uno dall’altro: differenze nell’ordine del 2÷5%. Con un insieme di trasduttori che operano all’unisono, queste percentuali si riducono drasticamente per il fatto che le disuguaglianze sono casuali e si annullano reciprocamente. Questo ci permette di avere diffusori con una timbrica uniforme e costante. Cosa succede in realtà Fino ad ora abbiamo passato in rassegna, sulla carta, i vantaggi e le caratteristiche dell’approccio line array compatto; adesso proviamo ad immaginare cosa succede in un’applicazione reale. Ipotizziamo una sala profonda 25 metri, larga 15 e alta 4 metri, con superfici in cemento. Come si vede in Figura 1a e 1b, la soluzione ottimale prevede l’utilizzo di cluster di almeno 2 metri. Un cluster a 0° funziona, ma crea inutili riflessioni dalla parete a fondo sala. Come possiamo vedere da queste immagini, la polare verticale del cluster è molto stretta, ciò rende indispensabile un corretto puntamento dei diffusori. Qualche grado di troppo o in meno può determinare una copertura non adeguata di parte della sala. Un corretto puntamento ci permette anche di evitare inutili emissioni sulla parete di fondo sala, riducendo il numero di riflessioni che verrebbero create di conseguenza. Le Figure 2a e 2b riportano il risultato di un Cluster a -4°, che risulta ottimale. In Figura 3a e 3b, invece, il Cluster orientato a -10° genera una copertura soddisfacente solo per metà sala. Un’installazione di questo tipo richiede l’utilizzo soltanto di due punti audio. L’installazione e il cablaggio ne beneficeranno perché dovremo dove portare cavi e fissare staffe al muro in solo due punti. Non sarà necessario disporre di unità delay. Solitamente questi diffusori riescono a scendere fino a 150/120 Hz in maniera sufficientemente lineare; questa estensione consente di gestire tutta la parte ‘vocale’ dagli array. Dovremo, però, aggiungere uno o due diffusori per riprodurre le frequenze basse e garantire un risultato veramente full range che permetta di riprodurre con un bell’impatto anche eventuali contributi musicali provenienti da presentazioni e video. In un prossimo articolo affronteremo tematiche legate al dimensionamento e al posizionamento di un subwoofer. Si ringrazia per il contributo Francesco Maffei, Product specialist di K-array s.u.r.l. info@k-array.com www.k-array.com Figura 2b. Figura 3b. Figura 3a.


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