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Tecnologie tempi di dissolvenza della luce del pannello, che deve passare da una condizione di luminosità a quella di completo buio. In sostanza, la luminosità dei pixel del pannello ha bisogno di un certo tempo per decrescere e deve passare, in un 120esimo di secondo, dalla condizione di tutto bianco a quella di tutto nero. Se il display non è capace di arrivare in questa frazione di secondo allo zero (quindi al nero) ma giunge, per esempio, a un 10%, questa luminosità residua invade l’immagine successiva che si sta visualizzando sullo schermo creando l’effetto cosiddetto di Crosstalk. In sostanza, si assiste ad una sovrapposizione tra i contenuti delle due 26 Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 3 - 2010 immagini che dovrebbero rimanere sempre separate: pertanto una parte residua dell’immagine che si sta spegnendo entra nel campo dell’immagine successiva che si sta accendendo. Questo fenomeno, al momento, affligge maggiormente gli schermi LCD che, per arginare il fenomeno ricorrono a volte all’innalzamento del livello del nero. Sono più favoriti, invece, i pannelli al plasma, in particolare quelli della generazione NeoPDP, che riescono ad evitare questa sovrapposizione. Si tratta anche di una questione fisica: il pixel del pannello al plasma è, per sua natura, più rapido ad accendersi e a spegnersi mentre il fenomeno di polarizzazione del cristallo liquido richiede, a tutt’oggi, un tempo maggiore. Alla ricerca della soluzione Una delle prime soluzioni pensate dai produttori per ridurre questo fenomeno di disturbo, è stata quella di alzare il livello del nero. Così facendo, però, inevitabilmente si abbassa il rapporto di contrasto, come si può vedere dall’immagine corredata e, si sa, in questo modo, viene penalizzata la qualità dell’immagine. Rapporto di contrasto, spazio Afterglow time, o tempo di decadimento dei fosfori, è l’effetto di luminescenza che rimane attivo per un certo periodo di tempo, quando viene tolta energia al fosforo. Grazie a un nuovo controllo di emissione della luce, i pannelli NeoDPD hanno ridotto di un terzo questo tempo di luminescenza. Grazie a questa riduzione, il tempo di spegnimento dei fosfori è molto più rapido: nel 2D ciò consente di avere immagini composte da frame sempre ben a fuoco (un effetto che si evidenzia ancora di più in presenza di scene rapide) oltre al fatto che si raggiunge un rapporto di contrasto ben più elevato. Nelle immagini 3D la rapidità dei fosfori genera un minor affaticamento della vista, cosa peraltro già avvertita da molti telespettatori. Certo, il Crosstalk non è l’unico elemento responsabile di affaticare gli occhi; altri elementi come la precisione meccanica degli occhialini oltre, ovviamente, alla bontà delle lenti, sono determinanti nel raggiungimento della qualià totale. La riduzione del 33% del tempo di decadimento dei fosfori è dovuta a una nuova modalità di emissione della luce che, in pratica, ha invertito il comportamento dei fosfori tra accensione e spegnimento. Come si vede dalla figura, in precedenza l’accensione della luce avveniva in modo graduale fino a raggiungere il punto massimo di luminosità per poi avere un crollo verticale verso lo spegnimento (con un notevole effetto di afterglow); l’attuale emissione di luce, invece, parte subito al massimo della luminosità per poi defluire lentamente verso lo spegnimento totale, riducendo così l’effetto di afterglow. Afterglow time Le tecniche di incremento della fluidità delle immagini lavorano in sinergia con l’assenza di Crosstalk, dovuta ad una più rapida azione dei pixel


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