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Approfondire ogni metro quadro è prezioso. Mobili, armadi e scaffalature sono poco profondi e già ingombri di materiale di pertinenza armatoriale (raffinate tovaglie, lenzuola e coperte, stoviglie, vasellame, abiti, e così via) e dell’equipaggio (attrezzature di bordo, ricambi, materiale tecnico, alimenti, prodotti per la pulizia, ecc.). Le intercapedini e le pareti costituiscono il ‘‘casing’’ di tubature, isolanti e altri impianti tecnici e contengono una vera e propria ‘giungla’ di caverie. Anche su megayacht di 60-70 metri di lunghezza, gli unici locali che abbiano uno spazio adeguato per gli apparati A/V sono i saloni dei due ponti principali. Seguono gli spazi dedicati all’armatore (tipicamente owner’s suite, study e relax area), dove comunque gli armadi sono riservati alla “first lady” (alla quale non si può certo negare una scarpiera 4 stagioni!). Infine, quando si arriva alle cabine ospiti e a quelle dedicate all’equipaggio, la disponibilità di spazio è così limitata che talvolta gli integratori devono ricorrere ad autoradio con display LCD estraibile per essere in grado di fornire una postazione DVD o audio. Soluzioni poco ingombranti A queste difficoltà si aggiungono i vincoli di lay-out ed estetici sopraccitati e comuni anche alle installazioni residenziali: risulta quindi 144 Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 3 - 2010 estremamente difficile, se non impossibile, posizionare gli apparati A/V a vista, senza urtare la sofisticata sensibilità del progettista. La soluzione obbligata è di solito un compromesso: per la parte A/V si usano speaker incassati a muro, a cielino o nascosti sotto i letti (sic!); si cercano amplificatori di qualità ma compatti o, in alternativa, si ricorre a modelli con supporto multi-zona per poter servire più aree contemporaneamente; i riproduttori DVD e BD e i decoder satellitari, se non possono essere alloggiati direttamente in cabina, vengono posizionati in appositi spazi tecnici (nei corridoi, o addirittura su altri ponti) e il segnale video d’uscita viene trasportato fino alla TV dell’utente. Sorte simmetrica tocca ai segnali di controllo (in genere infrarossi), che devono raggiungere tutti questi apparati partendo dal telecomando in mano all’utente. È scontato che tutto questo si ripercuote negativamente in termini di complessità di progettazione del percorso dei cavi, dell’installazione e dei test dell’impianto e programmazione di touch panel e telecomandi. Per quanto riguarda la parte di controllo “domotico” (luci, tende, clima), si cerca di ridurre al minimo il numero di placche con interruttori meccanici e di prediligere, in alternativa, soluzioni basate su touch panel che possano svolgere più funzioni in uno spazio compatto. Anche in questo caso, la soluzione appesantisce di molto il lavoro dell’impiantista. La dissipazione del calore Un altro importante problema a bordo degli yacht, dovuto agli spazi ridotti, è il raffreddamento delle apparecchiature elettroniche, in particolare amplificatori e riproduttori A/V. Questo fenomeno si verifica perché i dispositivi sono per lo più stipati in spazi angusti, incassati nel mobilio e circondati da materiali, come il Lolamat, progettati per ridurre il rumore e la diffusione di fiamma, e quindi poco adatti al passaggio dell’aria e allo scambio di calore. La presenza di ventole apporta più danni (rumore e guasti) che benefici, in quanto la circolazione dell’aria è comunque limitata a volumi molto ridotti e senza scambio con l’esterno. L’unica soluzione praticabile è condividere con il costruttore, in fase di progettazione dell’impianto, un adeguato sistema di raffreddamento degli spazi tecnici, a convezione libera o forzata, meglio ancora se collegato all’impianto di condizionamento di bordo.


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