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Sistemi Integrati - Audio/Video Volume 1 - 2010 129 linea di alimentazione con trasmissione a onde convogliate oppure via radio. Non richiedendo un cablaggio dedicato per funzionare, i dispositivi X10 erano di semplicissima installazione. L’esplosione del mercato X10 avvenne principalmente negli Stati Uniti durante gli anni ’80, periodo durante il quale la diffusione degli home computer consentì a schiere di appassionati di hobbystica elettronica di realizzare i primi rudimentali sistemi di controllo centralizzato per i dispositivi di casa. La loro semplicità d’uso e il costo relativamente contenuto hanno fatto sì che, a distanza di 35 anni, i dispositivi X10 siano ancora sorprendentemente diffusi per le applicazioni più semplici, nonostante alcune pesanti limitazioni di funzionamento: la modulazione utilizzata è poco robusta e risente di frequenti problemi di comunicazione in presenza di televisori, computer e ricevitori satellitari (che in effetti 35 anni fa non esistevano); la trasmissione dei comandi è molto lenta e non è possibile inviare più di un comando allo stesso tempo; infine, non sono previsti meccanismi di protezione dell’impianto da intrusioni esterne. La soluzione alla maggior parte dei problemi di X10 è stata praticamente obbligata: introdurre un cablaggio dedicato (un vero e proprio bus) che consentisse di separare i segnali di controllo dall’alimentazione di potenza. L’evoluzione negli anni ‘90 A partire dal 1989, molti produttori raggruppati in diversi consorzi hanno iniziato a proporre soluzioni proprietarie basate sulla separazione bus di controllo / linea di alimentazione: naturalmente gli apparati di ogni produttore sono compatibili solo con gli apparati dei produttori appartenenti allo stesso consorzio, originando così una selva di “standard proprietari” (ossimoro purtroppo molto comune nel settore IT) nella quale non è facile orientarsi. Tra i più diffusi sistemi di questo tipo possiamo citare Batibus,uno dei primi sistemi a prevedere un controllo con CPU, EIB (European Installation Bus), EHS (European Home System), CEbus (Consumer Electronics bus), LonWorks, e molti altri. A questi standard in qualche modo “consortili” si sono aggiunti nel corso degli anni anche i prodotti sviluppati e promossi da singoli costruttori, pensati per essere compatibili all’interno dello stesso brand. Molti di essi nacquero indirizzando specificamente particolari aspetti dell’automazione residenziale, come per esempio Lutron e Zumtobel nel campo dell’illuminotecnica. L’obiettivo della domotica anni ’90 non era più fornire soluzioni “fai da te” per hobbysti evoluti, ma immettere sul mercato prodotti di grande qualità che avrebbero richiesto professionisti del settore per poter essere installati correttamente. L’ambito di intervento della tecnologia domotica si ampliò in tal modo per coprire non solo i dispositivi di illuminazione e qualche relè, ma anche le motorizzazioni per tende e tapparelle, i sistemi anti-intrusione, e in qualche modo anche gli impianti di condizionamento. Anche quando era al massimo della sua estensione, comunque, il controllo domotico rimaneva una funzione in qualche modo “confinata” nell’impianto elettrico e isolata dal resto dell’elettronica della casa. Già, ma quale elettronica? Domotica: passato, presente e futuro


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