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Fibra ottica Impianti multifibra, per distribuzione TV 32 DISTRIBUZIONE TELEVISIVA Un impianto in fibra ottica per la distribuzione del segnale televisivo comprende due tipiche configurazioni: in derivata e a stella. Ecco quali benefici offre quest’ultima e quante prese utente si possono servire. Schema di un impianto di distribuzione in fibra ottica realizzato in configurazione multifibra, estraendo dal cavo le fibre ad ogni piano, per ciascun utente. Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 3 - 2013 Lo sviluppo della fibra ottica, negli ultimi anni, ha segnato importanti risultati. Il merito, condiviso, va attribuito sia alla disponibilità dei componenti a prezzi sempre più convenienti che all’adozione della tecnologia da parte di Sky, determinata a cablare i condomini, anche quando gli spazi angusti nei tubi corrugati non consentono alternative. Come è noto, la fibra ottica offre vantaggi importanti e facilmente percepibili. Basti ricordare l’immunità al rumore elettromagnetico, pensiamo alle interferenze GSM e LTE oppure l’attenuazione quasi nulla, ideale per realizzare dorsali lunghe anche centinaia di metri e, ancora, l’assenza di ground loop, l’elevata banda passante e l’assenza di perdite differenziate per frequenza. Per l’installatore si tratta di apprendere, peraltro senza troppa difficoltà, le tecniche di intestazione dei connettori e i calcoli di attenuazione introdotte da splitter e derivatori oltre che dotarsi di nuovi strumenti, essenziali e alla portata di tutti. Due possibili configurazioni La realizzazione di impianti in fibra ottica può avvenire nelle due tradizionali modalità di configurazione: a stella o in cascata. Nel primo caso si utilizzano cavi ottici multifibra, disponibili nella composizione da 2 a 36 fibre, per raggiungere direttamente gli appartamenti da un unico punto di partenza, in genere il centralino oppure l’uscita dell’LNB ottico. Questa tipologia presenta il vantaggio Dopo aver infilato il cavo multifibra all’interno del tubo corrugato che costituisce la dorsale dell’impianto, utilizzando l’utensile chiamato aratro (visibile qui sopra nella foto), ad ogni piano bisogna incidere sul cavo stesso una finestra di circa 3 cm (l’esempio è riportato nella foto sui sopra a sinistra) così da procedere all’estrazione della fibra da giuntare o intubettare.


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