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A tu per tu con Federico Masier, Amministratore Delegato di Digitaria «5.000 impianti da realizzare» Qual è lo scopo di questo rilevante progetto? Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 2 - 2010 41 «Il progetto mira alla realizzazione della più grande rete satellitare esistente in Italia dedicata al monitoraggio degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non programmabili. In sostanza andiamo a monitorare in tempo reale le performance degli impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici, compresa la misurazione dell’energia prodotta da parte dei sistemi biomassa». Quando è partita ufficialmente la realizzazione? «A febbraio Astra ha annunciato la firma di un contratto con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per la fornitura di una rete di 5mila terminali ASTRA2Connect in Italia. Il GSE è diventata, pertanto, la prima società pubblica a livello europeo che si dota di un sistema di monitoraggio in tempo reale via satellite». Perché il GSE ha deciso di attivare questo monitoraggio? «Ogni anno il GSE, e quindi il Governo italiano visto che l’Italia non è autosufficiente da un punto di vista energetico, deve prenotare e importare l’energia elettrica da Germania e Francia. Che la utilizzi o meno, poi, non importa: tutta l’energia prenotata va comunque pagata. Ovviamente non avendo un sistema preciso che stabilisca quanta energia l’Italia può produrre dalle fonti rinnovabili, il governo italiano per evitare di incorrere in possibili black out, compra più energia di quanto effettivamente le serva, spendendo quindi più soldi del dovuto». Grazie a questo monitoraggio, invece, è possibile calcolare con esattezza l’energia prodotta da fonti rinnovabili... «Esattamente. Con questo sistema noi diamo al GSE, quindi allo Stato italiano, uno strumento di misura preciso che dica in tempo reale, istante per istante, quanta energia il sistema è in grado di produrre da tutte quelle fonti che sono rinnovabili». Chi deve dotarsi di questo sistema? «Tutti i produttori di energia elettrica attraverso fonti rinnovabili, per migliorare il sistema di prevedibilità. Non è facoltativo, ma obbligatorio farlo. Secondo la Delibera ARG/elt 93/09 del 2009, infatti, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, ha definito una nuova procedura tecnica per il miglioramento della prevedibilità delle immissioni dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili non programmabili». In che modo questo processo d’installazione investe da vicino gli installatori? «Direi in modo imponente. Il progetto parla di 5.000 siti, ma si andrà ben oltre questo numero: una buona percentuale di questi siti dovrà essere messa sotto controllo. Inoltre il numero di siti dedicati alla produzione di fonti rinnovabili è in costante aumento e quindi cresceranno anche i siti da monitorare. C’è ragione di pensare che anche la categoria degli installatori godrà di un incremento di lavoro. Che non si risolve solo con l’installazione dell’antenna, sono necessarie competenze in sistemi di reti e anche di TVCC: l’installatore è chiamato ad accrescere le proprie capacità. Infine chi andrà a realizzare questo sistema, lo avrà in gestione di manutenzione per i sei anni successivi». Dove verrano installati questi impianti? «Oggi in Italia abbiamo superato i 70.000 siti che producono energia da fonti rinnovabili, tra fotovoltaico, centrali idroelettriche, eoliche, ecc., e la crescita mensile è dell’ordine di oltre mille unità. Un impianto, come quello che abbiamo sviluppato, verrà installato solo sui siti che superano i 20 kW, come ha previsto il GSE.


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