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la diffusione in 3D per 96 ore consecutive sulla città di Torino e Provincia. Era incredibile lo stupore dei rappresentanti della grandi tv nazionali ed internazionali nel vedere che un’emittente locale italiana stava, per prima in Europa, implementando tale tecnologia. Dallo scorso 21 dicembre è iniziata, sempre nell’ambito della sperimentazione, una regolare diffusione che copre l’intera Regione Piemonte». Innovazione e ricerca CSP è l’organismo di ricerca regionale sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Opera a livello locale, nazionale e internazionale in attività di sviluppo sperimentale e ricerca industriale in accordo con quanto previsto dalla normativa europea in materia di Innovazione e R&D. I suoi soci sono: Regione Piemonte, CSI-Piemonte, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Comune di Torino, Unione Industriale di Torino, SISVEL S.p.A. e IREN Energia S.p.A. CSP è Laboratorio di ricerca accreditato presso il MIUR, certificato UNIEN ISO 9001:2000. Gli ambiti prevalenti dell’attività di ricerca svolta dai 5 laboratori istituiti da CSP in collaborazione con Politecnico e Università di Torino sono: le infrastrutture wireless di nuova generazione, a banda larga e di pubblica utilità; le applicazioni multimediali innovative dalla TV 3D, alla radio digitale, dalle superfici video interattive, alle interfacce naturali; gli oggetti intelligenti, connessi e “invisibili” per la gestione del territorio, per nuovi prodotti e servizi industriali e sociali. Negli ultimi anni CSP ha occupato oltre 200 persone, in maggioranza giovani ricercatori attivi nei progetti di ricerca e innovazione sviluppati in collaborazione con Atenei e imprese. 64 Sistemi Integrati - Tv Digitale Volume 12 - 201019 Cosa cambia per un’emittente locale produrre e trasmettere in 3D? «A parte l’utilizzo di nuove tecnologie, quello che cambia è l’approccio. Se il mondo del 2D, attualmente, è quello dell’immediatezza, ossia giri le immagini, le monti velocemente e sei subito in onda, l’universo del 3D offre una realtà diversa: introdurre un terzo elemento nelle riprese, la profondità, cambia completamente le cose. Il 3D ti impone di pianificare con attenzione le riprese, pensarle bene prima, lavorare su piani chiusi e anche lo stesso montaggio, che poi è il momento della verità del lavoro effettuato, è più complicato e impegnativo». Che investimenti sono stati necessari per affrontare questo salto tecnologico? «Non si arriva al 3D direttamente dal 2D, prima bisogna compiere il passaggio obbligato all’HD. In termini di personale, i nostri operatori hanno dovuto impegnarsi parecchio per effettuare questo upgrade: hanno frequentato corsi di ripresa e registrazione stereoscopica all’estero, hanno dovuto parametrarsi con centri di produzione italiani ed esteri, provare e riprovare; insomma, un salto totale in avanti. In termini economici la cosa è stata altrettanto impegnativa perché ha significato ripensare e reimplementare tutta la catena: dalla telecamera al montaggio, allo storage, alla messa in onda, al sistema di multiplex. In particolare è stato fondamentale il confronto con i fornitori per individuare Conoscere Il 3D impone di pianificare con attenzione le riprese


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